Passeggiare nel quartiere è scoprire che esiste ancora un mondo per strada. Un mondo di sedie e panchine, e persone a chiacchierare.
È scoprire che nel centro di Roma si può aggiustare una macchina, e dare indicazioni a tre strani individui, di cui uno alto meno di un metro, senza che venga richiesto, solo ascoltando i loro discorsi.
È guardare, meravigliati e a naso in su, un posto che ti fa dire “ecco, qui potrei forse vivere ed essere felice”, che poi lo sai che alla fine ne troveresti limiti e difetti, ma intanto sogni una casa, rossa, gialla, marrone come queste di qui, con una scala per salire e fiori alle finestre e pentole sul fuoco.
Il luogo comune della serenità, un posto finto, che hai solo immaginato, che non ha magari, come immagini, la bocciofila o la biblioteca di quartiere.
e così cammino e cammini e l’aria profuma di cielo appena lavato e non ti importa se davvero è così come pensi o se dentro nasconda il solito grigio di sempre.
Bastano i muri, i giardini, gli alberi, i bambini a tenere viva l’illusione.
E tanto basta.
Grazie garbatella.
Grazie LdL :-)