Di batteri e di meduse

Ieri con le quinte abbiamo fatto il tradizionale piccolo viaggio a Bologna alla fondazione Golinelli.

Trasformazione batterica e purificazione della proteina per la fluorescenza.

È da un lato un mio bisogno didattico, il mostrare loro cosa sono in grado di fare con un buon laboratorio a disposizione e pure un po’ una piccola soddisfazione vederli uscire felici e sentirmi dire non avrei mai immaginato che sarebbe stato così interessante.

Nella mia scuola, dall’ impronta così fortemente umanistica, le scienze naturali hanno a volte ancora un’aura accessoria, decorativa, da piccola mostra naturale, farfalle infilzate, conchiglie catalogate, uccellini impagliati.

Anche questo siamo noi e anche questo è utile.

Ma rischia di rimanere vuoto se lo si usa soltanto in termini storici, o, appunto, decorativi.

Gli insetti hanno storie evolutive straordinarie da raccontare, così come le conchiglie ritorte dei gasteropodi, o i diversi becchi degli uccelli.

E dietro a tutto ciò la danza del DNA, la sua organizzazione, le sue mutazioni.

La contingenza grande regina che regna su tutto.

Mostrare loro che il DNA cambia un organismo, che loro stessi possono farlo, che basta un pomeriggio e un po’ di attrezzatura, serve per staccare le farfalle dalla spilla e farle volare nel cielo della scienza, serve per aprire le finestre e far entrare il mondo fuori, serve per capire che la scienza non è solo una bella ciliegina su una torta, la scienza è in ognuno di noi.

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Una risposta a Di batteri e di meduse

  1. pensierini ha detto:

    Ottimo lavoro, collega!

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