A Lucca i gabbiani si raccontano barzellette al sorgere del sole.
Ridono come matti e si sbertucciano come alla corrida dei dilettanti allo sbaraglio.
Spio i terrazzi altrui, ne invidio uno che trabocca di amaryllis, ne guardo un altro con qualche sdraio e un tavolino, regno mutevole di turisti occasionali.
Adesso c’è silenzio, se tacciono i gabbiani, ancora non si è svegliata la città.
Il cielo è già colorato d’estate, oggi farà caldo, presto sarà utile chiudere le persiane.
Dalla finestra socchiusa entra aria simile ad acqua fresca, un’aria liquida, che sa di fiumiciattolo, che sa di fresco, che sa di nuovo.
Un pipistrello ritardatario torna di corsa verso casa, non si era accorto che fosse così tardi.
Io balocco ancora qualche minuto prima di fare un po’ di caffè e dare la sveglia, la gatta mi guarda un po’ stranita.
Anche lei invidia il terrazzino con gli amaryllis.
Guardiamo insieme fuori dalla finestra e socchiudiamo gli occhi.
Oggi è un altro giorno.