Vacanze di Pasqua

Da bambina e da ragazza la mia famiglia aveva un rito, voluto da mia madre e non del tutto ostacolato da mio padre: le vacanze di Pasqua.

Erano destinazioni vicine, a cercare giorni di sole, città da vedere, esperienze da fare.

Le terme di Saturnia, Bagni Vignone, o il sud della Francia, dai cugini di Roma o di Brescia o di Milano, una volta, indimenticabile, perfino la Corsica e la Sardegna.

Mia madre alla guida poteva arrivare ovunque, io e mio fratello dietro, con un congruo numero di Topolini, anche, mio padre, dopo i primi chilometri, si arrendeva e diventava allegro (citazione da mio fratello).

E così la primavera era celebrata, le giornate lunghe adeguatamente benedette, l’inverno salutato, i calzini assottigliati, i vestiti alleggeriti.

Mi mancano quei momenti, queste vacanze saremo a Lucca, ma, diluvio universale permettendo, cercherò di scappare, almeno dalla mattina alla sera, per cercare la serenità di un viaggio oltre le nuvole.

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