La Venezi chiede di essere chiamata direttore d’orchestra.
La Meloni chiede di essere chiamata presidente del consiglio.
E io le chiamerò esattamente come desiderano.
Perché anche se ovviamente esiste il modo di declinare al femminile queste professioni, io non sono nessuno per giudicare o criticare o stigmatizzare chi, nata donna, si sente uomo e preferisce si parli di lei al maschile.
Per quanto mi riguarda possono declinare le loro professioni come preferiscono, al maschile, al femminile, al neutro.
Basta che rispettino tutti gli altri che, come loro, sentono una non perfetta congruenza fra il sesso biologico, l’orientamento sessuale e/o il genere di appartenenza.
Sarebbe proprio bella, che da sinistra arrivassero critiche per questo tipo di atteggiamento, noi, che abbiamo lottato perché ciascuno si possa sentire sereno nei suoi panni.
Da lady Oscar alla Meloni, passando per la Venezi e chissà quante altre, la storia e la cultura sono piene di esempi di donne che hanno preferito abiti (metaforicamente parlando) maschili.
E quindi, signor presidente, si chiami pure come preferisce, non sarà certo su questo che verrà giudicato.