Il sole in mano

Abbiamo guardato l’eclisse parziale di sole.

Con un telescopio e uno schermo dove proiettarlo, a volte sostituito più agilmente da un semplice foglio di carta.

Un collega si è occupato di tutto, io mi sono occupata di trasportare all’altra sede della scuola (siamo un ISI con tre scuole) le classi prime, fermandoci ogni tanto per la strada per controllare col vetrino a che punto era.

È stato bello leggere lo stupore nel viso dei ragazzi e delle ragazze quando riuscivano a vedere la mela morsa del sole.

È stato tenero sentire i loro commenti di un’ingenuità quasi esasperante.

Ma è il sole? (No… Che altro?)

Ma è verde? (Il vetrino era verde scuro).

Ma come fa a tornare intero? (A mia discolpa posso solo dire che non l’ho ancora spiegata, l’eclisse).

Ho fame… (Qualcuno era meno poetico e più prosaico).

Credo sia stato importante, per loro, vedere con i propri occhi un pezzo di realtà.

Non sono abituati a vedere, fuori dal libro di testo, il mondo, e forse invece sta roba che sa di vero sta diventando sempre più importante, per togliere le teste dai cellulari, o per smettere di mandare a memoria capitoli da dimenticare subito dopo la verifica, per capire che i libri raccontano il mondo e che il mondo va conosciuto e amato di persona, con i sensi, con il corpo, con la vita.

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Una risposta a Il sole in mano

  1. pensierini ha detto:

    Condivido in toto l’ultimo paragrafo.

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