1. Ritrovare le scarpe fuori dalla porta e mettersele seduta sul primo gradino delle scale
Succedeva così.
Che bisognava togliersi le scarpe per entrare in casa. E uscendo si rimettevano. E io usavo il primo scalino del piano di sopra.
Tornata a Lucca ho tentato di importare questa cosa meravigliosa.
Ma gli italiani si offendono quasi, se chiedi loro di togliersi le scarpe, o se tu stessa te le togli.
Per non parlare del pianerottolo, sul quale è severamente vietato lasciare le scarpe in bella vista. Ignoro quale sia il feticismo dietro a tutto questo, ma in poco tempo ho rinunciato, troppe spiegazioni da dare ogni volta e troppe facce dubbiose dei miei interlocutori, che mi accusavano in silenzio di lesa maestà o, a volte, di completa pazzia.
2.Correre dietro al trammino numero sei alla fermata Anton strasse/Leipsigerstrasse
Era il trammino che dal lavoro mi portava a casa. Lo vedevo da lontano, sulla gobba del ponte, e correvo perché non amavo aspettare, anche se, come diceva sempre Hans Jürgen Jägermeister, dopo un trammino passa sempre un altro trammino!
3. Mandare un pensiero a Rosa Luxemburg passando dalla piazza col suo monumento.
Rosa Luxemburg Platz fu la prima meta che mi misi a cercare il primo Week end dresdese. Ricordo il vento freddo, le rose intirizzite, le statue di pietra con le quali mi feci una foto, la cartina di Dresda in tasca, piena di potenzialità, di sogni, di paure.
E quella frase, la libertà è sempre la libertà del pensiero degli altri, così bella, così vera, della mia cara Rosa di Germania.
4. Correre al Flohmarkt e comprare forchette e coltelli DDR
Ce l’ho fatta a fare un giretto al Flohmarkt, a immergermi di nuovo nelle vite degli altri, diventate roba da mercatino in una notte di quasi trent’anni fa.
Non ho resistito, ho comprato vecchie forchette, vecchi coltelli, tre minuscole clessidre da 1/4 di minuto (che le infermiere usavano per misurare il polso dei pazienti) un album di figurine di paesi che non esistono più e un carillon fatto con una vecchia scatola di biscotti.
E poi… Ordinare due birre sulla riva dell’Elba, raccogliere sassi e ghiande di fronte al castello di Moritzburg, inciampare sui maledetti sampietrini e mille altre cose ancora.
E poi e poi e poi.
E poi aver voglia di restare.
«Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
nella miseria;…