torno a parlare di OGM, stavolta però, più che sul merito della questione in particolare, vorrei provare a soffermarmi sul modo nel quale i giornalisti riescono a rendere una notizia in maniera non neutra, mettendo, mescolati fra i fatti che raccontano, i propri giudizi, le proprie sensazioni e la voglia di colpire il lettore.
la notizia in questione è sul tentativo che hanno fatto in Cina dei ricercatori per inserire nel latte di mucca alcune caratteristiche del latte umano in termini di proprietà nutrizionali.
il titolo del pezzo, di repubblica.it che trovate qui è già abbastanza inquietante:
“mucca transgenica dalla cina, può produrre latte umano”
incominciamo dal titolo. intanto l’uso del presente indicativo: nel sottotitolo e nel testo si spiega che siamo agli albori di una tecnologia che, forse, potrebbe arrivare da noi fra circa dieci anni. ma il titolo parla al presente, come se la cosa fosse già in atto. questo crea già il primo senso di ansia in una persona poco informata.
andando più nel dettaglio: nella stessa frase si mette un sostantivo: “mucca” e un aggettivo: “umano”.
“può produrre latte umano” fa impressione, è forte, una mucca che produce latte umano…
in realtà è, ovviamente, latte di mucca, arricchito con sostanze che lo rendono SIMILE a quello umano. ma una mucca che produce latte umano fa pensare a una chimera mostruosa fra una mucca e una donna, uno scherzo di natura, una violazione dell’ordine naturale delle cose.
e infatti, l’incipit dell’articolo è chiaro:
“LONDRA – Un Frankenstein con le corna, la coda e che fa “mouuu”. Una mucca-mamma che produce latte “umano”.
intanto si ricomincia con Frankenstein, il mostro horror creato con i pezzi di cadaveri da uno scienziato che non valuta la portata della sua azione.
la metafora direi che è chiara.
“una mucca-mamma”…
ditemi che non fa impressione?
poche righe dopo, qualche, iniziale spiegazione:
“Le vacche transgeniche hanno lo stesso aspetto di quelle “comuni”. (ma pensa… pensavo assomigliassero a frankenstein…) La differenza sta nel latte che producono, contenente proteine umane come il lisozima, che protegge i neonati dalle infezioni, o la lattoferrina, che rafforza il sistema immunitario. E’ stato inoltre modificato il quantitativo di grasso, aumentandolo di circa il 20 per cento. Insieme ad altre proprietà, la nuova bevanda “potrebbe essere un’alternativa all’allattamento al seno e ai vari latti artificiali che sono spesso criticati perché insufficienti dal punto di vista nutritivo per i bebè”, scrive il Sunday Telegraph di Londra, che ha messo oggi la notizia in prima pagina.” (allora forse è utile?)
il capoverso successivo inizia con “In Cina le regole sui cibi geneticamente modificati sono più permissive che in Europa ed è lì appunto che gli scienziati dei laboratori statali della China Agricultural University hanno introdotto con successo geni umani in circa 300 mucche per produrre latte con le stesse proprietà di quello materno”.
l’aggetivo scelto non è a caso, ancora una volta. la giornalista potrebbe parlare di maggiore libertà di ricerca, se volesse dare un taglio positivo e l’espressione “geni umani” rafforza l’idea del mostro, creato mescolando geni di mucca e pezzi di DNA UMANI, dove li avranno presi? tagliuzzando il DNA di qualche mamma, immagino, visto che in Cina le regole sono più permissive.
Mamma li cinesi!
(a leggere l’articolo originale, poi, non trovo da nessuna parte queste 300 mucche)
semmai, quello che verrebbe da chiedere a me sono domande sull’effettiva salute e sull’effettivo benessere degli animali, in fin dei conti non si tratta di piantine di soia modificata, si tratta di bestie e le bestie hanno il senso del dolore, e possono sentirlo e comunicarlo, ci sono dati in tal senso?
e l’articolo, in fondo, sfiora anche questo, concludendo con un po’ di colore.
“Ma in Gran Bretagna, patria di Dolly, la prima pecore clonata, la notizia ha scatenato ferme proteste. “Ci sono milioni di interrogativi sul fatto che il latte di queste mucche sia sicuro per gli esseri umani ed è difficile verificarlo se non si fanno test su larga scala”, commenta Helen Wallace di GeneWatch, un’associazione per il controllo degli sviluppi delle biotecnologie. Esprime dubbi anche la Reale Società per la Protezione degli Animali: “La prole degli animali clonati soffre spesso di gravi problemi di salute, abbiamo veramente bisogno di questo latte per i nostri neonati?”. Anche se poi, quando sono un po’ più grandi, è il latte delle mucche che tutti bevono, dai bambini agli adulti, con i cereali e col cappuccino.”
ecco, sono felice di vedere che non sono l’unica che si preoccupa del benessere degli animali.
ma considerando la frase finale, quella dei cereali e del cappuccino, come pensiamo che siano trattate le comuni bestie da latte?
ps: se qualcuno volesse perdere un po’ di tempo ad approfondire la ricerca, trova l’articolo “vero” degli scienziati cinesi a questo link.
Luci, grazie del pippino (non era -one stavolta!!).
Comunque a sto giro l’articolo era sembrato davvero troppo pure a me, il titolo poi è veramente un obbrobrio.
A parte questo io condivido i tuoi dubbi sul benessere degli animali, nonché il successivo: a cosa serve davvero questo latte? Il latte umano ha tutte le caratteristiche necessarie a far crescere al meglio un neonato, e la quasi totalità delle mamme ha, se vuole, la capacità di allattare: in molti casi ha solo bisogno di essere adeguatamente supportata ed accompagnata.. e’ davvero necessario arrivare a questo?
allora chiediamoci piuttosto perchè le farmacie e i supermercati hanno un intero reparto di latte in polvere! ;) ogm o meno!
cooosa???? hanno creato una mucca con il DNA??? SACRILEGIOOOOO!!!!!
bè, noi siamo più avanti, ad Arcore hanno creato donne con il DNA di vacca….
@zundapp: :D
@luci: d’accordo su tutto, la cosa su cui voglio soffermarmi (dato che mi tocca più del DNA) è il tuo titolo: le parole sono importanti, ma pare che siamo in pochi a rendercene conto… giornalisti e pubblicitari andrebbero presi a randellate, altroché. fondiamo un comitato contro l’uso improprio delle parole!
Io sono più malizioso, secondo me questi giornalisti usano quelle specifiche parole non a casaccio ma per indurre nel lettore una precisa reazione.
Non sono interessati alla divulgazione della scienza ma a fare sensazione e vendere di più.
Io li condannerei a mangiarsi le copie dei loro articoli spazzatura ma forse sono un po’ estremista, che dite?
—Alex
Concordo con Alex, qua non si tratta d’ignoranza ma di malafede da parte dei giornalisti che usano parole inesatte volutamente.
luci, per quanto mi riguarda hai centrato il punto: per me latte in polvere o “latte OGM” pari sono: ne è da combattere una capillare diffusione e una pubblicità esagerata perchè fanno leva sulla paura delle madri di non essere in grado di nutrire il proprio figlio. In realtà questo avvenimento è molto più raro di quanto di pensi, e la diffusione di latte non umano per neonati dovrebbe essere limitati ai casi in cui effettivamente l’allattamento non è possibile..
però mi sa che sto andando O.T.!!!
gajetta, come sai qui gli OT sono decisamente relativi! io sono QUASI SEMPRE OT! :D
non ti preoccupare, da una discussione si può tranquillamente andare a un’altra, l’altro giorno parlavo di patate e son finiti a parlar di ova! ;)
…sempre meglio di quando parlavi di lavoro e finivi a parlare di patate!!! :-)
quando ho letto l’articolo giorni fa, su news di google non sapevo se ridere o piangere ma,ultimamente, è un emozione ormai rituale per me ogni volta che leggo le news. Ormai criticare i pennivendoli ( e pensare che ho rischiato di far parte della categoria) è come sparare sulla croce rossa ; non sai mai se: -sono ignoranti, -scrivono per arruffianarsi a quelli che pensano siano i gusti/opinioni del target- lettore ,- se “obbediscono” ad ordini di scuderia, – se sono solo pigri e/o bischeri.
Quanto all’oggetto delle ricerche cinesi, bhè i motivi sociali che le spingono sono molti, il nuovo trend politico cinese ( il capitalismo è una tigre di carta moneta) spinge all’urbanizzazione parossistica con conseguente spopolamento delle campagne, nuovi ritmi di vita cambi di cultura e bla bla bla; il che unito alla penuria di donne in cina la dice lunga sull’esito di certo pianificazioni.
E si torna al ridere o piangere , di una potenza economica primaria , la più popolosa del mondo , con mire egemoniche , che è costretta ad importare donne da altri paesi( e lo schock culturale per i cinesi , popolo tra i più razzisti della terra è notevole) o a dedicarsi alla creazione di chilometrici e simpatici trenini maschili, c’è da sorridere o spaventarsi?
Non è che a breve ci saranno sommosse al grido del motto rivoluzionario ” chiù pilu pe tutti! “