A pranzo, da amici

Non lo so se ve lo ricordavate, ma poco più di un anno fa iniziai a raccontarvi di una cosa che mi frullava in testa: un posto dove i soli potevano approdare, lasciare il dormitorio, tentare una via diversa, con in tasca le chiavi di casa.

Due appartamenti, otto persone in tutto, camere da due, da condividere, da imparare a conoscersi, a sopportarsi, a suoportarsi.

Da un po’ ci vivono in sette, forse presto arriverà l’ottavo.

Storie complicate, difficili, che avrebbero scoraggiato un gigante.

Storie incarnate in uomini che nella vita, come direbbe Claudio, uno di loro, hanno sbagliato tutto, ma che nello stesso tempo, sono ancora lì, vivi, a scommettere su loro stessi.

Una cooperativa li sta aiutando a pettinare le loro vite.

A usare una lavatrice, i fornelli, i detersivi.

A fare i turni per il telecomando, in modo da non litigare.

A prendere da ognuno i talenti migliori: chi sa cucinare, chi ama pulire, chi mangiare e commentare.

E così ci hanno invitato a pranzo.

Facendoci trovare una tovaglia rossa come il Natale, e condividendo un pranzo allegro e spensierato.

Dopo il caffè a qualcuno è venuta voglia di raccontare e raccontarsi, a me quella di ascoltare.

La casa, consegnata a gennaio scorso, più bella di come l’hanno trovata, qualche quadro alle pareti, le decorazioni di natale.

E a tavola, uomini che sorridono, che si versano da bere, che preparano il caffè.

Uomini.

Con in tasca le chiavi di casa.

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4 risposte a A pranzo, da amici

  1. AD Blues ha detto:

    Cazzo, mi sono commosso. Davvero.

    Grazie Luci

    —-Alex

  2. donnaallospecchio ha detto:

    e pure io

  3. Lucio ha detto:

    Bella storia Lucia. Complimenti!

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