la cravatta al maiale

casa di nonna è un cantiere.

e un cantiere, si sa, è un casino.

calcinacci, polvere, detriti, sabbia, calcina, attrezzi, vecchie cose tolte dalla casa che aspettano di essere portate via.

come è normale che sia.

ciononostante non riusciamo a non occuparci del contorno.

come mettersi a spolverare durante un terremoto.

asciugarsi le mani durante una piena.

spennellare la sabbia al mare.

ogni sabato, ogni domenica (se non piove), ogni momento libero, tagliamo canne, togliamo rovi, rinvasiamo piante, seminiamo erba, prezzemolo, basilico, fiori e tutto quello che ci passa per la testa.

potiamo, scorciamo, sistemiamo, accatastiamo, curiamo.

curiamo un giardino con i gigli di mia nonna che stanno fiorendo accanto al water che aspetta di essere portato via dal camion.

curiamo le piante sotto al leccio accanto al mucchio dei detriti.

poco oltre lo spiazzo dove fanno il cemento abbiamo salvia, rosmarino, lavanda, gli agrumi, il gingko, gli altri alberi che aspettano la dimora definitiva.

dietro al campo lavorato dalle ruspe cerco di curare il pesco che ha la bolla.

controllo il nespolo, ai cui piedi giace l’antenna della televisione che è stata tolta dal tetto.

ieri ci siamo guardati.

ti rendi conto, ho detto, che siamo qui ogni giorno a mettere la cravatta al maiale?

hdc mi ha guardata.

sì, ma è un maiale bellissimo.

un bellissimo maiale.

decisamente.

e allora, scegliamola bella, questa cravatta!

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