Di vene e nervi

Per lunghi anni la casa di nonna Ida è rimasta uno scheletro che non riuscivo a guardare e sul quale non riuscivo a dormire.

In questi giorni l’idraulico sta mettendo l’impianto di acqua e riscaldamento, l’elettricista sta lavorando ai fili della luce.

Dove andrà il lavello? Dove vuoi il lampadario? Dove ti piace il lavandino? Come vuoi la lampada sulle scale?

Domande che mi fanno girare per casa immaginando cose che ancora non ci sono ma che ci saranno, e mi fanno accendere luci immaginarie, cucinare dove ancora non ci sono fornelli, guardare TV che sono ancora un muro e divani davanti al fuoco del camino.

E quello che mi piace fare è guardare la casa con gli occhi degli amici.

Dove sarà bello mangiare tutti insieme?

Chi dormirà nello studio d’estate?

Con chi berremo vino davanti al camino?

Un posto aperto, accogliente, caldo, comodo.

Un posto di vene e di nervi e di muscoli e pelle.

Un posto che accolga.

Un posto vivo.

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Una risposta a Di vene e nervi

  1. marcoghibellino ha detto:

    =.= mi sa che piove

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