


Sabato pomeriggio passato camminando, con tanti bimbi vocianti e pigolanti, fra sentieri, strade di campagna e ville classiche.
Con i fiori di marzo, l’erba disegnata col pennarello, l’acqua a disegnare piccole cascate, oliveti, vigne, panorama.
Paesaggi ottocenteschi, da ferro battuto bianco in giardino, signore con l’ombrellino e bambinette dai boccoli d’oro e il vestitino col fiocco di raso.
Il mondo che si sveglia, la strada al sole che si scalda e la curva all’ombra che mette i brividi.
Anemoni, giunchiglie, margherite, stelle di Betlemme, peschi intemperanti e più prudenti albicocchi, susini dai fiori al vento e silenziosi cipressi, querce ancora addormentate, olivi potati con le ramaglie a terra come capelli nel negozio del barbiere.
I bambini attirati ora da un sasso, ora da una coccinella, ora da un bastone.
Camminare, respirare, fiorire.
A primavera è possibile.