
Le giostre fanno parte del settembre lucchese, grande consolazione per l’inizio della scuola, odore di zucchero e frati fritti, luci, casino e bimbi a giro.
Abbiamo portato il piccolo alle prime giostre dell’anno, c’era il sole che stava per addormentarsi, c’erano poche persone, tante chiapparelle (in lucchese una chiapparella è una cosa mangiasoldi) e le giostre di sempre, solo che un bimbo che cresce molla il brucomela e sale sugli aeroplani con il babbo, rendendo le giostre sempre diverse.
Ci siamo divertiti.
Sono scesa giù dagli scivoli giganti col culo su un tappeto e facendo testamento, l’ho guardato saltare come un grillo e l’ho invidiato all’autoscontro, che a me, l’autoscontro, ha sempre fatto un po’ paura.
Alla fine è stato concesso il lusso supremo: una chiapparella di quelle da sparare alle lattine, ed è stato bravissimo, ne ha tirate giù un sacco e ha vinto il suo premio: una tremenda pistola spara pallini.
Per mano a lui c’era anche lucettina da piccola, con le sue emozioni, la sua felicità, il palloncino colorato legato a un filo, il frate o il croccante o le cialde da mangiare per merenda.
Credo si sia divertita molto anche lei.