Ho accompagnato il mammuth a fare alcuni esami a Pisa, di mattina presto, e per fare prima sono rimasta a dormire a Farneta.
L’avevo fatto altre volte, ma non mi era mai toccato di dormire in camera mia.
La mia camera era stata ricavata millemila anni fa, insieme a quella di mio fratello, nel sottotetto.
Dopo di me ci sono passate tante persone e tante storie diverse.
Amici in transito, badanti in stallo, viaggiatori viaggianti e altre amenità.
Credo che qualche mese fa mia madre abbia deciso di fare un po’ di pulizia.
Ha sgomberato, imbiancato, tolto quadri, poster e disegni.
Mi fa un po’ effetto vederla così bianca e immacolata, ai miei tempi aveva una frase di Federico II scritta sul muro accanto alla finestra, una canzone di Peter Gabriel accanto al letto, una poesia d’amore attaccata accanto all’armadio e dall’alto lato un poster con le più belle e eleganti formule della fisica.
Non ho osato chiedere nulla, temo l’ira funesta, in fin dei conti la mia camera è ancora intasata da alcuni libri e riviste che mia madre mi chiede da anni di togliere e che invece lascio qui per marcare il territorio, cosa alquanto scema alla mia età, ma c’è chi ci esce prima e chi dopo, dall’adolescenza.
Però mi ha fatto strano, trovare al volo l’interruttore, non avere dubbi su quale finestra lasciare aperta e quale chiudere bene, sentire di nuovo l’odore, seppur attenuato, dell’olio col quale furono trattati travi e travicelli.
È rimasta una mia foto, diciassettenne, superstite di un’era dei dinosauri ormai passata, sono a La Fuve, sorrido imbarazzata, erano tempi, quelli, che le foto dovevano venire bene al primo colpo, o semplicemente le tenevi venute male.
Mi piacerebbe che resistesse, quella lucettina della foto, all’incedere impietoso del tempo.
Farneta invecchia, perde pezzi preziosi, e io non sono diversa da lei.
Ma anche se i poster sui muri sono spariti io lo so che ci sono stati.
E tanto basta.
” ma c’è chi ci esce prima e chi dopo, dall’adolescenza. ”
^^ o, come mai
ma mica è un male ^^
ops … come me mai