
Lo abbiamo guardato con riconoscenza e ammirazione, sapendo che non sarebbe stata l’ultima volta.
Di nuovo cercheremo le puntate storiche, o quelle che ci siamo persi perché in vacanza, quelle che eravamo fuori casa o quelle che abbiamo visto da piccoli e che ci hanno segnato.
E le riguarderemo, rivedendolo ogni volta, ora più giovane, ora più anziano, come una strana macchina del tempo.
So che non dimenticherò mai la serie sul corpo umano, mio fratello invece impazzì da bambino per quelle sui dinosauri.
Il viso stanco, le mani e la voce rallentate, la lucidità di sempre, la voglia di raccontare, di far capire, di non lasciare nulla di non detto.
Quante cose so e ricordo grazie a lui.
Da piccola, a casa di nonna Ida, in camera di mio cugino c’era alfa e beta, che leggevo quando scappavo dal mondo, mi nascondevo in camera sua e trovavo rifugio fra due righe.
Perfino Topolino lo aveva messo fra i personaggi, il dottor Pierangela, nome che poi io e mio fratello gli abbiamo affibbiato per sempre: vieni! È iniziato il dottor Pierangela!
Grazie, dottor Pierangela, per l’amore per la scienza, per l’amore per il metodo, per l’amore per la divulgazione.
Perché come hai voluto ribadire ieri, un popolo che non ha metodo scientifico è un popolo manipolabile, la cui opinione si può fare cambiare a proprio piacimento.
Conosco qualcuno che si è dato alla ricerca astrofisica dopo ‘Viaggio nel cosmo