Farneta riarde d’estate.
Ricorda i pomeriggi eterni e roventi di bambini, la strada polverosa e accecante, i poggi segati, i gatti appiattiti sul tetto del forno all’ombra del cachi.
La vite mostra già le pigne, minuscole e verdi, quasi a monito del tempo che fugge: presto saranno mature e allora la scuola di nuovo aprirà.
Le galline gironzolano fingendo indifferenza, ma mi guardano interessate al sospetto di qualche buon manicaretto: la buccia di un cocomero, la pulizia delle verdure, una manciata di mangime.
Il piccolo si inselvatichisce, a Farneta, ciabatte, maglietta e pantaloni raccattati, un pallone, una gomma per annaffiare, una pesca mangiata sbrodolandosi.
Io lo guardo e mi inselvatichisco un po’ anche io. Vorrei ogni tanto tornare in qualche mio nascondiglio di bambina, guardare il mondo da lontano, nascosta e protetta, sola, perfettamente sola.
Ma poi il mondo mi manca, il bimbo mi chiama, io sorriso e esco fuori dal buco.
Meglio così. :-)
^^ l’eleganza della natura
^^