La seconda B non dovrei più chiamarla così.
Non posso più neanche chiamarla terza B, visto che fra tre mesi saranno in quarta.
Ma la seconda B del Paladini per me resterà sempre la seconda B del Paladini.
Non sono la loro professoressa già da un anno ormai, ma mi hanno invitato lo stesso alla cena di classe, e io l’ho considerato un onore.
E così li ho rivisti quasi tutti, cresciuti, bellissimi eleganti e sorridenti, felici e abbracciati dall’estate.
Chi si è tolto l’apparecchio, chi parte per un anno all’estero, chi non smette mai di parlare esattamente come faceva prima, chi sorride con gli occhi e col cuore, chi è curioso di sapere come mi va la vita e chi ha voglia di raccontarmi la sua.
Sono un’insegnante pivella, mi rendo conto ogni giorno della mia pivellitudine, ma a volte mi pare di non aver fatto altro nella vita, a volte mi pare che ogni lavoro fatto, ogni strada percorsa, avesse il dovere di portarmi a un tavolino, d’estate, a fare festa con dei ragazzi più grandi dei miei ricordi e più belli di quanto si possa immaginare.
che meraviglia vedere qualcuno che ama cosi tanto il proprio lavoro. Mi ricordi la mia vicina a Roma e mia cognata qui in Francia, anche loro prof, anche loro con lo stesso entusiasmo. Io ho sempre pensato che fare le insegnanti non è un lavoro : è una vocazione, o la si possiede o non la si possiede. Tu e le persone che ho nominato l’avete.