I ragazzi si conoscono, giorno per giorno, a scuola.
Ma nell’aula, nelle poche ore durante le quali devi inzeppare programmi che sulla carta permetterebbero di saltare l’università, ma che devi ridurre al minimo per farli entrare nel poco tempo a disposizione, mentre loro cercano di mostrare il meglio di sé e tu pure, mentre hai presente perfettamente le facce della prime file ma già dalla terza (col covid quest’anno abbiamo avuto anche le seste file) brancoli nel buio, nell’aula, dicevo, è difficile conoscerli davvero.
Senza il covid avremmo avuto gite scolastiche, cene di fine anno, momenti nei quali conoscersi a telecamere spente.
Ma così tutto l’anno è trascorso ingessati, loro e io nei nostri ruoli, serissimi e in alcun modo trascurabili.
Così, con la quarta sciamannata, complice i loro scrutini già fatti e che fosse la nostra ultima ora dell’anno in presenza, e che fosse pure l’ultima ora della mattina, siamo andati a prendere un caffè al bar poco lontano.
Abbiamo invaso i tavolini con un sorriso, abbiamo preso una piccola cosa da bere, e abbiamo finalmente chiacchierato.
Mi hanno raccontato le loro paure, i loro entusiasmi, le loro piccole grandi soddisfazioni.
Ho visto i loro bellissimi sorrisi senza mascherina, ho visto il loro essere ragazzi, ho scherzato, mi sono divertita, e credo di aver saputo più cose di loro in un’ora davanti a un caffè che in un anno da dietro la cattedra.
L’estate sta arrivando, alcuni di loro resteranno in contatto, altri faranno le loro esperienze, cresceranno ancora, come è giusto e bello che sia.
A settembre saranno tutti più grandi e più belli, come succedeva a noi quando eravamo come loro.
Una vicina sulle scale incrociandomi mi ha detto ha fatto bene a scegliere di stare coi ragazzi, non si invecchia mai!
Mi auguro che abbia ragione.
E’ il motivo per cui avevo scelto il nostro mestiere. :-)
adesso che sono arrivata alla verde étà di anta :) vi do ragione. Mia mamma che ha 80 e passa anni su certe cose è più giovane di me! lei adora i ragazzi, i giovani in genere, i bambini in particolare (io preferisco i bebe perchè li trovo più indifesi e meno impegnativi, un po come degli animalini); lei adora interagire con i bimbi; a me piace osservarli da lontano; se mi si avvicinano troppo mi faccio martirizzare, poi mi stanco e comincio a “desiderare la solitudine”.