Le ciliegie sono bellissime.
E in qualche modo parlano all’antenato quadrumane che ci portiamo nel cuore.
Il rosso, contro il verde delle foglie, doveva farlo impazzire il nonno frugivoro, perché ancora oggi, che una strana mutazione nel piede ci fa camminare su due sole zampe, la sola vista delle ciliegie mi manda in visibilio.
E così, dopo una giornata di scrutini passata nel frullatore, scappati a casa di nonna ida per passare la notte nel sogno di rifare casa, mi sono ritrovata a piluccare ciliegie mentre il sole scendeva, mentre l’aria si raffreddava, mentre il cielo si scuriva.
E da perfetta maleducata, la soddisfazione piena e totale di sollevare leggermente il mento, chiudere la bocca e soffiare via lontano il nocciolo, come un razzo, come una meteora, come lo sparo di un fucile giocattolo.
A ogni nocciolo un cattivo pensiero, un cupo ricordo, una ragnatela spolverata via.
Il piccolo ha voluto fare a gara.
E la gara di sputo di nocciolo è fra le cose più divertenti al mondo.
I passanti non avranno visto uno spettacolo molto edificante.
Ma da tanto tempo non mi divertivo così.
^___^ mmmmm ho ricordi della mia dissennata giovinezza a riguardo dele ciliege
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