(nomi di fantasia).
Nella mia classe ogni tanto c’è il gatto di Paola, addormentato e coccolone.
C’è il cane di Leonardo, il poster di Andrea.
Nella mia classe c’è la credenza elegante col servito buono della mamma di Luca.
Ci sono i letti disfatti dei fratellini di Laura.
Ci sono le pareti rosa dalle foto incorniciate di Isabella.
Ci sono le tende illuminate dal sole di Abdoul.
Il mobile della televisione del salotto di Giovanni.
L’armadio da bambino cresciuto troppo in fretta di Filippo.
Nella mia classe c’è la vita delle case, quella che ogni tanto sbirciavo dalle finestre nelle fredde sere tedesche, aiutata dalla feroce antipatia dei tedeschi per tende o persiane.
Nella mia classe entrano le camere dei ragazzi, le sale da pranzo, a volte i terrazzi, per ora mai i gabinetti, ma non si sa mai.
Di ognuno di loro posso vedere le librerie disordinate, i vestiti da sistemare, gli armadi precisi, i quadri antichi.
In classe mia c’è la loro vita, quella che a scuola tengono nascosta, e che racconta così tanto di loro, giusto o ingiusto che sia.
Lo sapevo che avresti reso poetico anche il momento della dad, grazie, adoro come scrivi!!!!