
Il bello del campeggio è che il mio bioritmo è legale.
Alle 6 il sole inizia a bussare alla tenda, lo seguo ciondolando e esco fuori come un insetto in muta.
Spettinata, arrossata dal sole e, quasi, da sola.
Perché non sono l’unica gallina del campeggio.
Già alle sei e mezzo vedo uscire dai bozzoli familiari persone in pigiama, scapigliati, la carta igienica in mano e le ciabatte.
Sono così fragili gli esseri umani appena svegli.
Così veri, così dolcemente ridicoli.
E siamo tutti più o meno simili, ognuno con addosso le nostre certezze utili per passare la notte. Pigiami rosa come zucchero filato, mutande e maglietta, barbe da sistemare, capelli da pettinare, denti da lavare.
La sera lucettina andrebbe a letto al primo buio.
La trattiene un po’ la vitalità del petardo che ha per figlio e il non passare definitivamente da orso delle caverne.
Ma è la tenda, che regala il ritmo delle notti e dei giorni, presto al mattino, presto la sera, il conto delle ore non cambia, solo il colore.
Bella, la vita di campeggio, eh? :-)