Ho salutato tanti ragazzi, con un po’ di commozione, devo confessarlo.
Qualcuno di loro mi ha commosso di brutto, e non vedo l’ora di abbracciarli davvero, invece che dietro a un vetro.
Non ho molti ricordi dei miei ultimi giorni di scuola, la restituzione dei quaderni alle elementari, l’emozione alle medie, quando vorremmo essere grandi e siamo ancora pulcini, il senso di sollievo delle superiori che solo la promozione a giugno sapeva regalare.
Stamani saluterò gli ultimi, poi resterò io con le scartoffie elettroniche che dovrebbero racchiudere il senso di un anno intero.
Scrutini, relazioni, programmi, collegi.
Cosa spero per loro?
Che scoprano un libro che li prenda per mano.
Che guardino il mondo con occhi più consapevoli, con animi meno passivi, con cuori ardenti.
Che rendano omaggio, ogni giorno, alla loro gioventù, così bella e preziosa.
Che splendano, di allegria e sciagurata spensieratezza.
Che prendano il sole e cotte d’amore.
Che imparino le lingue degli altri, di chiunque altro, di un amico del mare, di un venditore di accendini, di qualche cugino arrivato da lontano, a ricordare di quando emigravamo noi.
Ai miei ragazzi, così fragili e per fortuna inconsapevoli, auguro di assaporare la vita, come solo a quindici, sedici anni si è capaci di fare.
Godetevela tutta, vi abbraccio.
La prof di scEnze
😍🤩