Mi sono svegliata da un sogno notturno.
Troppo presto per essere mattina, troppo tardi per essere ancora sera.
Così sono venuta da te.
A prendere un grammo di serenità, quel tanto che basta per dormire cullata dal tuo respiro.
In silenzio, nella notte, mi godo il privilegio di essere tua madre.
Dicono non sia rubare, quando il derubato non si può accorgere del bene sottratto a causa dell’ abbondanza di quanto ne possiede.
Così non mi sento una ladra, stanotte, accanto a te.
Tu che di serenità sei pieno.
Tu, che sembri il migliore di noi, in questo tempo sospeso, in questa isola artificiale e sociale nella quale ti teniamo rinchiuso per proteggerti da qualcosa che non si vede ma si percepisce, nelle notizie, nella conta dei contagi, nelle notizie vere e false.
Tu, che non vai più all’asilo, che non vedi più un amico, che sogni un fratellino che non arriva, e che comunque, da mesi, sorridi e vai avanti, come una piccola roccia, col coraggio di tutti i bambini.
Tu che ti godi quel che c’è da godere.
Un coltellino per i bastoni.
Dei semi da far germogliare.
Dei nonni da guardare da lontano e per i quali affidare i baci al vento.
Tu dai capelli troppo lunghi, che ti danno l’aria da piccolo selvaggio che mi piace così tanto.
Tu che mangi un fico secco e sostieni si tratti di una delle cose più buone del mondo.
Tu che inventi giochi, crei mondi, addomestichi formiche, accarezzi le piccole piante del lauro appena nate.
Tu che respiri, qui accanto a me e sogni.
Tu, che ora ti sfioro la mano e inizio a dormire.
🥰
(E comunque ha ragione, i fichi secchi sono la cosa più buona che c’è! Il ragazzino è saggio!)
—-Alex
questo post è poesia pura, è una gioia leggerti, un abbraccio a voi 3 e al piccolo capellone