Quello che mi spaventa di più in questi tempi bui, più del fascismo, è l’ignoranza.
L’ignoranza, si badi bene, non di chi non ha potuto studiare e se ne cruccia: mia nonna aveva la terza elementare e invidiava suo marito, mio nonno, perché aveva preso la quinta alle serali.
Ma entrambi leggevano ogni giorno, giornali, libri, storie. Entrambi conoscevano le storie dell’antico e del nuovo testamento, per averle lette, magari la sera davanti al fuoco.
Mia madre, per poter studiare, ha fatto mille sacrifici, superato mille ostacoli, in motorino, in bici, a piedi, scegliendo con forza una strada in salita, coi libri letti sotto le coperte e di nascosto dal padrone della fabbrica.
Mio padre ha studiato in seminario prima e alle magistrali dopo, mi ha fatto ripetizione di latino per tutto il liceo, battendo la testa nel muro davanti alle mie castronerie.
Mi hanno insegnato a leggere che non avevo ancora quattro anni, a scrivere poco dopo.
Leggere è stata la mia salvezza da un’infanzia troppo timida per essere davvero serena.
Adesso vedo invece l’ignoranza portata a valore, ad esempio, a stile.
E con l’ignoranza la violenza, la violenza verbale di chi non capisce, veramente, fino in fondo, cosa scrive, perché lo scrive e cosa comporti quello che scrive.
Si va per parole d’ordine: ricordate Berlusconi quando urlava comunisti, comunisti, comunisti! Ecco, sostuitelo con buonisti e avrete Salvini e i suoi seguaci.
C’è una cosa che mi amareggia, forse ancora di più, perché mi dà il senso di una sconfitta senza appello: che questo modo di fare si faccia strada anche a sinistra, superficiale, mai complesso, sempre semplice, sempre facile.
Ieri pomeriggio mi è arrivato, da una persona che conosco, l’ennesimo annuncio che Whatsapp diventerà a pagamento fra non so più quanti giorni, con la preghiera di diffonderlo ad altre dieci persone, pena sette anni di sventure.
Me l’ha girato una persona normale, che vota e milita a sinistra, che conosco da sempre.
Come non ha potuto fermarsi un secondo a riflettere?
Perché questo istinto quasi pavloviano, a ripetete, inoltrare, diffondere cazzate ci pervade tutti, questa superficializzazione micidiale, questo sentito dire?
Cosa ci spinge a pensare che una scemenza vada riverberata, ripetuta, amplificata?
Quando abbiamo smesso di prenderci il tempo per riflettere?
La colpa è dei social?
Della politica?
Della scuola?
Non lo so.
Ma leggere di donne adulte che, con nome e cognome, si permettono di insultare una reduce dai campi, mi mette i brividi non solo per la cosa in sé, che già mi pare abominevole, ma per quello che questo gesto racconta di chi lo fa: una persona incapace di comprendere il peso delle proprie parole.
A una persona del genere puoi far fare ciò che vuoi.
Questo, è il fascismo che temo.
Fa paurissima anche a me.
Poi c’è l’altro mistero, quello della sinistra che tenta di superare la destra giocando al loro stesso giochino, quello della semplificazione, dello slogan; a volte mi viene da pensare che sia l’unica cosa da fare in un mondo dove la gente “normale” (come quella che ti ha girato la bufala di Whatsapp) non ho voglia di leggere più di tre righe di testo e si stufa e perde attenzione alla quarta.
Come fare a spiegare temi difficili, complessi come l’economia, le migrazioni, in tre righe?
Davvero, io mi ci metto nei panni di un politico, come fare?
Rischierei davvero di perdere il mio elettorato per noia oppure mi metterei a parlare per slogan terra-terra?
La strada è lunghissima, occorrerebbe, credo, ripartire dalle scuole, dai giovani ma per fare questo, ci vorrebbero almeno un paio di generazioni.
—Alex
^^ ottimista! ti faccio notare che quelli che adesso hanno 30 – 40 anni e votano lega , solo per citare il bersaglio più facile , sono i figli di genitori educati quando la scuola italiana più o meno funzionava, pensa te come saranno i loro figli o i figli di quelli che adesso hanno 18- 20 anni .
Speriamo venga la Spagnola o la peste del 300
http://www.ansa.it/emiliaromagna/notizie/2019/11/08/predappio-nega-contributo-treno-memoria_4019b764-761b-4a02-b4d0-4a0de70311ec.html
Scuola, scuola, scuola. Ore e ore di scuola. Dopo scuola, e non per le cavolate che usano adesso, i progetti, i cartelloni, boiate simili. Scuola normale.
sono anni che lo vedo, è scomparsa la vergogna, non ci si vergogna più di essere :
razzisti
fascisti
ignoranti
disonesti
ecc ecc
gli italiani sono così
lo erano ai tempi di Cesare e Pompeo lo sono tuttora, cambiano solo se sottoposti a fattori epocali ed ineluttabili
https://external-preview.redd.it/AN5fZDbmsH3_15IYfdaDzGcstKaDIMO-oVgd7DRG0QQ.gif?format=mp4&s=d881393ce1debbf5c49404ff93c12e5f562f5c21