Rimini è allo specchio, col tramonto sulle spalle e le conchiglie come stelle.
Ho camminato un pochino, per capire il mare, guardarlo al contrario, coi giochi messi da parte, senza ombrelloni, senza bandiere, senza gelati.
Mi è piaciuta, così bianca e beige, come certe gite di tedeschi a primavera.
Mi è piaciuta perché più generosa della sorella destra Viareggio, che già adesso monta cavalli di frisia per impedire il mare, quando qui ogni viottolo ci porta, ogni bagno lascia passare.
Mi piace così sola, coi locali vuoti, come donne spettinate dopo una notte in discoteca.
Non la so immaginare d’agosto, adesso che è spenta, adesso che tutto chiude presto, adesso che per strada ci sono io e poco altro.
Rimini assomiglia a Pesaro, che assomiglia a Pescara.
Adriatiche, diverse, simmetriche.
Dico Rimini e penso a Teresa, ai suoi occhi secchi e al auo sguardo verso il mare.