Abbiamo cenato sotto a un pino gigantesco, uno di quei pini borbonici, domestici, da pinole (a Lucca i pinoli sono pinole, o metteteci un toppino), dal tronco largo e lungo, i rami come dendriti, la chioma come una testa ricciuta di ragazzo.
Le cicale impazzite di caldo, la corteccia ruvida di chi si può permettere un brutto carattere, la luce del tramonto che lo rendeva leggendario.
Amo i pini così.
Starei ore a guardarli, a leggere ogni nodo, ogni ramo, ogni frattura; a guardare come il sole li cambia ogni minuto.
Sono alberi gentili e generosi, sotto si possono raccogliere pinole nere di caligine, da cercare impeciandosi senza rimedio e da spaccare con un sasso sopra a un muretto, insieme a un nonno, un cugino, un complice insomma.
Sono gli alberi della Toscana profonda, spersa, a sud, fra il mare e Roma, che tolgono il fiato ai nobili e longilinei cipressi, sono gli alberi da buoi, da lavoro polveroso, da bicchieri di vino e da pane e cipolla.
A guardare la loro bellezza, che nasce dal trasformare la morte in sostegno per la vita, viene da pensare che le brutture del mondo passeranno, sotto la loro chioma altissima, che sarà difficile, duro, ingiusto, ma passeranno.
E un giorno questa terra di Toscana ritroverà il suo spirito perduto, ricorderà chi era e chi è stata.
Ricorderà i suoi figli partiti, le loro grosse mani da lavoratori, i folti baffi e i cappelli di paglia.
E ci ritroveremo, sotto un pino così, ad ascoltare musica, a chiacchierare e a litigar su Dio.
Sarà bello.
Sarà di nuovo bello, come te.
e insegneremo ai bambini a raccogliere quelle scorze di pino, spesse e morbide , facili da sagomare col temperino del nonno , e a creare piccole barche da far navigare nel più vicino ruscello
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Come sei poetico, Marco. Insospettabilmente :-)
^^ il fatto è che il nonno mi insegnava queste cose e mi divertivo moltissimo a fare queste barchette hummm devo farlo di nuovo, ^^ se non c’è nessuno sul torrente .
( torrente Tre Fonti Chiusi della Verna )
Io niente barchette, pero’, coi gambi dei soffioni, so fare trombette e con quelli di erba dura faccio seggioline intrecciate :-) Abbiamo tutti un’anima tenera, sotto la corteccia…
Sarà difficile, duro, ingiusto, ma passeranno.
E io raccoglievo i pinoli dei pini romani, si passeranno