Mi avevano insegnato alle elementari che i solidi hanno un loro volume, indipendente dallo spazio intorno a loro.
E che i liquidi, invece, prendevano la forma del recipiente dove li mettevamo.
Una regola grossolana ma che coi bimbi funzionava.
Una regola che ha un’evidente eccezione: un treenne nel lettone.
Un bimbo lungo meno di un metro, largo una trentina di centimetri e spesso neanche dieci, indubbiamente solido, riesce a occupare l’intero volume del letto sia in larghezza che in lunghezza, lasciando ai poveri genitori lo spigolo del materasso.
Alla mamma sono destinati i piedi conficcati in qualche organo interno dell’apparato digerente, mentre il babbo sacrifica la schiena, durante la famosa trasformazione a stella marina che rende il piccolo angioletto dotato di cinque gambe, ognuna terminante con un piede, ognuna orientata in un punto diverso dello spazio.
Quando gambe e piedi non bastano, anche la testolina può diventare un maglio perforante e nella notte il colpo Zidane può arrivare da un momento all’altro.
Al mattino ci si sveglia come pugili suonati, si dice a se stessi che mai più e mai poi ma poi ci si ricasca lo stesso.
Ora scusatemi, vado a svegliare l’angioletto con la sedia e la frusta.
Come siete belli, tutti e tre sempre insieme! :-*
Un bimbo lungo meno di un metro, largo una trentina di centimetri e spesso neanche dieci, indubbiamente solido, riesce a occupare l’intero volume del letto sia in larghezza che in lunghezza, lasciando ai poveri genitori lo spigolo del materasso.
almeno LUI è un umano! Io sono schiavizzato allo stesso modo da una gatta!
che oltretutto RUSSA!
e con ciò abbiamo appurato che bimbi e gatte sono in una condizione aeriforme; ^^, entrambi tendono ad occupare virtualmente “tutto” il volume nel quale sono confinati, adattando la distanza e quindi la rarefazione spaziale tra le particelle in funzione dell’entità di questo volume.