Caro papa Francesco,
Sono cresciuta col suo predecessore polacco, da bimba cattolica apostolica e romana adesso sono una donna che non fa più parte da tempo della sua religione, ma ho sposato un cattolico, e abbiamo un figlio al quale sia io che suo padre narreremo, interpreteremo, racconteremo, il mondo.
Quando mi sono sposata lei non era ancora papa.
C’era l’attuale papa emerito, c’erano Ruini e Bagnasco, c’erano molte cose che adesso non ci sono più.
Il sacerdote ci disse che se volevo sposare un cattolico dovevo giurare (anche in un matrimonio misto) di educare i figli nella religione cattolica.
La cosa mi mise in crisi.
In quel momento c’era, se si può usare una definizione simile, la chiesa cattolica più retriva, Giovanni Paolo II aveva messo alcuni punti fermi: forme di devozione quasi medievali per madonne di ogni tipo e santificazioni ad hoc: Padre Pio e Josemaría Escrivá de Balaguer, per fare un paio di esempi, lotta al preservativo e a ogni forma di prevenzione sia delle gravidanze che delle malattie sessualmente trasmissibili, condanna delle donne che decidevano la strada dell’aborto (si ricorda? Anche in caso di stupro etnico) e molto altro.
Benedetto XVI era rimasto profondamente in quel solco che lui stesso aveva contribuito a tracciare e per me quindi era chiaro: quella non era la Chiesa nella quale volevo crescere un bambino.
Trovammo il modo di pensarla e metterla così: non giurai di crescere i figli negli insegnamenti della Chiesa ma negli insegnamenti di Cristo, che in effetti, per me, era una differenza non da poco (però questo dovrebbe darle da pensare…).
Quando lei salì al soglio pontificio nostro figlio non era ancora arrivato, e arrivato è la parola giusta, visto che, glielo dico subito, nostro figlio tanto naturale non è.
Nostro figlio è un dono che il mondo ci ha fatto e che ci siamo presi con gioiosa felicità, e viene dalla pancia di una donna che non sono io, dal seme di un uomo che non è mio marito, da un paese che non è il nostro.
Un super eterologo insomma.
Un bambino figlio biologico di qualcuno che non siamo noi.
Un bambino arrivato in adozione e cercato sotto a ogni sassolino del mare, dietro a ogni albero del bosco, a ogni filo d’erba, a ogni granello di sabbia.
La persona più preziosa al mondo.
E io dovrei permettere che qualcuno gli racconti che di famiglie ce ne è una sola?
Che la sua amica dell’asilo, figlia di una coppia ricomposta, non ha una vera famiglia?
Che i suoi amici D. e L. che lo adorano e lo coccolano ogni volta che lo incontrano, non sono una famiglia perché sono solo due uomini?
Che a questo punto perfino noi, che siamo andati contro natura, amando un figlio arrivato in aeroplano, invece che in una notte di sesso, potremmo essere una famiglia minore?
Non ci conti.
Forse lei lo pensa.
Ma io no.
E non lo pensa mio marito, cattolico.
E non lo pensano i cattolici che lei crede di rappresentare, non lo pensano i gay e le lesbiche e i trans cattolici, e gli eterosessuali cattolici.
Non lo pensa il mondo.
Siamo tutti da un’altra parte, siamo tutti sotto lo stesso cielo, lo stesso arcobaleno.
E o lei lo comprende, o la sua Chiesa finirà esattamente dove l’hanno messa i suoi due predecessori: lontano dal cuore degli uomini.
Amen ( e standing ovation )
Cara Luci, ti ho messo il consueto ‘mi piace’ ma devo fare un distinguo. Le parole sono pietre, non vanno usate a caso. Il Papa è il Papa, dovrebbe essere chiaro che, se parla di ‘famiglia’, lui deve obbligatoriamente intendere quella uomo-donna. Anche se l’uomo è un padre ‘putativo’, di ripiego, come Giuseppe. Per me, è ovvio che sia così. La ‘famiglia arcobaleno’, così come l’aborto e il controllo delle nascite, in linea di principio lui *deve* condannarli. Questa è la dottrina, non si scappa. Poi, all’atto pratico, ci sono mille concessioni alla realtà delle cose. Non so se hai letto il testo del discorso, ad un certo punto dice: ‘Può darsi che un uomo e una donna non siano credenti: ma se si amano e si uniscono in matrimonio, sono immagine e somiglianza di Dio, benché non credano. È un mistero: San Paolo lo chiama “mistero grande”, “sacramento grande” (cfr Ef 5,32). Un vero mistero.’ Lo spirito è forte, la carne è debole, questo il Papa lo sa e i preti pure. Si condanna il peccato, non il peccatore, se si rende conto di essere tale. So che per i non credenti questa è vista come emerita ipocrisia gesuitica-clericale, per me è un dono, che ci posso fare. Ciao.
«La donna impari in silenzio, in piena sottomissione. Non permetto alla donna di insegnare né di dominare sull’uomo; rimanga piuttosto in atteggiamento tranquillo. Perché prima è stato formato Adamo e poi Eva; e non Adamo fu ingannato, ma chi si rese colpevole di trasgressione fu la donna, che si lasciò sedurre»
Che sciocchezza. E’ un brano dell’antico testamento, immagino. Come la costola, il serpente e la mela. Bella roba.
Pur sempre la TUA fede, pensierini. Appunto, lontano dal cuore degli uomini, quelli veri. Non dico questo per far polemica, ma solo per dire che non sono contraria alla vostra fede. In un certo senso siete fortunati, noi atei contiamo solo su noi stessi e sulla nostra etica per comportarci in modo che non faccia danno agli altri. Quello che vedo, purtroppo, è che fin troppi cattolici escludono gli altri, chiudono le porte, le famiglie son questo e non quello, ecc. ecc. Allora, tenetevi stretta la vostra fede, che magari vi aiuta a vivere in questo mondo difficile, ma per cortesia non imponetela agli altri. Per me famiglia sono tutte le PERSONE che si vogliono bene, che cercano di fare di questo mondo un mondo più aperto e più giusto. Che non si danno nomi, cattolici, protestanti, islamici, ebrei, ma si danno un nome solo, umanità.
@perfezione: più che giusto, sacrosanto. Obiettavo a Luci sulle parole del Papa, tutto qui. Lui non poteva dire altro, ma lui non è lo Stato Italiano, è il capto di uno Stato straniero, e come tale non ha diritto di intromettersi nelle nostre leggi. Libera Chiesa in libero Stato, era Cavour?
bei tempi ( sospiro)
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comunque la colpa è sopratutto sua
” Caterina si reca ad Avignone con le sue discepole, un altare portatile e tre confessori al seguito, convince il papa, ma nel frattempo è cambiata la politica e il nuovo governo fiorentino se ne infischia della sua mediazione.
Però, durante il viaggio, convince il papa a rientrare a Roma. ”
ma coooome!!! ce n’eravamo liberatiiiiii
:-)))
si ridiamoci che parlarne seriamente potrebbe essere traumatico
ah, non è l’antico testamento è quel ( censura) di S Paolo, prima lettera a Timoteo
WAMMMPPPP!!
GHrazie signore, tanto qui nel deserto il verde abbonda!
Ma sei perrrrrfido! :-P