Mi avevano detto che era il comunismo dell’Est a essere cattivo.
E ci avevo creduto.
Non si faceva fatica, a crederlo, camminando sulla Spree, a Berlino, e guardando le scritte che ricordavano quelli che cercavano di saltare un confine artificiale e venivano falcidiati dalle fucilate delle guardie del paese da cui tentavano di scappare.
Il loro paese.
Forse sta lì la differenza: il comunismo, cattivo, ti sparava se cercavi di andartene; il capitalismo, buono, ti spara se cerchi di arrivare.
Il comunismo, cattivo, non poteva tollerare che ci fosse gente che usciva fuori dal suo controllo pedante, ossessivo e maniacale, per andare a ovest a gridare che non aveva libertà.
Il capitalismo, buono, non usa la STASI, ha già Facebook, non gli importa se la gente lascia un paese, purché non venga nel nostro, a condividere una speranza, una strada, un futuro.
In fin dei conti chi ha mai detto che col capitalismo ci sia spazio per tutti?
Quello lo dicevano quei condannati dalla Storia dei comunisti, bugiardi e trinariciuti doppi e infidi dei comunisti.
Il capitalismo è sempre stato chiaro: promuovere la libertà individuale.
E se nel nome di uno, cento devono crepare…. beh… l’illusione che quell’uno potresti essere tu regge il sistema.
Quindi va bene così.
Viviamo in paesi liberi, nei quali gli altri non possono entrare.
Non è la nostra libertà che viene messa in discussione ma la loro.
Torna.
Stiamo solo attenti a non diventare i loro di qualcun altro…
“Qualcun altro”. Senza apostrofo. :)
eccolo DaS! Grazie Giovanni! Ora sistemo.
scusa lucia, hai scritto un bellissimo post che mi ha lasciata senza parole, ne condivido ogni virgola (con l’apostrofo o senza, lol )
Ora vado a cercare quale apostrofo ho cannato e lo sistemo!
:)