Ieri il sindaco ha dato la cittadinanza simbolica ai bimbi lucchesi nati da genitori stranieri.
Aspettando che lo ius soli renda questa cerimonia inutile.
Aspettando che la gente impari.
Impari che essere cittadini non è questione di origine ma di percorso.
Impari che, come l’amore, certo, il primo sarà importante ma quello che conta veramente è l’ultimo.
Impari che un bambino è un bambino, e che se conosce un signore emozionato con la fascia tricolore che gli dice benvenuto e gli appunta sul petto una coccarda che neanche il libro cuore, quel bambino se lo ricorderà, e magari, un giorno, quando sarà grande, avrà in tasca un ricordo dolce delle istituzioni e magari si impegnerà per la collettività non per un piccolo conto personale ma per qualcosa di alto, che pensi al Noi.
Impari che chi è diverso, sia perché maschio o femmina, ateo o religioso, lontano o vicino, non è mai un problema in sé, ma una risorsa e che il problema è dentro di noi, se non lo si riesce a capire. Il problema sono i nostri piccoli giardini senz’aria, dai cancelli chiusi e dai palloni forati.
Impari che la città si nutre di bambini, e li trasforma in uomini.
Sta a noi decidere se vogliamo concittadini o nemici.
Benvenuti bimbi, benvenuti a casa vostra.
Bravo sindaco!
—-Alex
‘Quello che conta è l’ultimo’. <3