Storia di una rosa

Una rosa rossa, regalata per strada, tenuta in mano per farmi compagnia.

L’ho portata al seggio con me, per tenermi la mano mentre contavano i voti.

Aspettando i risultati l’ho regalata e Elena, grande donna e grande compagna di viaggio. 

Poi l’urlo, i canti, gli abbracci, la gioia.

Tutti insieme verso palazzo Orsetti.

Nella sala degli specchi Il sindaco, rieletto, teso, stanco, sfinito e felice, come ognuno di noi. 

Parla alla città tutta, fa ammenda di aver comunicato poco, di aver girato poco, concentrato a rimettere in pari la barca del bilancio sciagurato ereditato. 

Ma vede anche per i prossimi cinque anni abbastanza lontano da costruire, sul piano solido di un bilancio serio, qualcosa per tutta la città, tutta intera.

Una città che altri hanno diviso e strappato, ma che deve tornare una.

In mano, nella mano nervosa e emozionata del sindaco, una rosa, rossa, la mia rosa.

Una rosa rossa per ricominciare a sognare e per realizzare i sogni fatti. 

La dedico a Daniele, e a tutti i miei splendidi compagni di viaggio. Un viaggio che inizia adesso. 

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5 risposte a Storia di una rosa

  1. AD Blues ha detto:

    Congratulazioni.
    Buon viaggio!

    —Alex

  2. pensierini ha detto:

    In bocca al lupo, ce la farai di sicuro, perchè hai qualcuno vicino che ha *fede* in te. O *fiducia*, che è la stessa cosa. :-)

  3. marcoghibellino ha detto:

    adesso Tambellini deve solo guardarsi il culo dai renziani. Renzi quasi preferiva perdere che veder rieletto lui

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