I tristi fatti degli ultimi giorni hanno squarciato il velo ipocrita del silenzio sull’uso e l’abuso dell’obiezione di coscienza.
Il fatto è che la coscienza è, o dovrebbe essere, una cosa tremendamente seria.
Quella vocina che ti parla la sera prima di dormire, mi dicevano da bambina.
Quella cosa che ti fa star male, che ti fa capire di aver sbagliato, che ti porta dritto al confessionale del sabato pomeriggio, affinché la comunione, la domenica, avvenga a coscienza e anima pura, candida, immacolata.
L’esame di coscienza, nel catechismo che mandavo a memoria, per le strade polverose di farneta, era una delle risposte alla domanda “quante e quali cose sono necessarie per una buona confessione?”
Diventando grande capii che della mia coscienza non dovevo rendere contro a nessuno se non alla coscienza stessa e così lasciai perdere confessioni e confessionali.
Ai miei tempi, fare l’obiettore di coscienza al servizio militare precludeva alcuni mestieri, allungava di qualche mese il periodo da fare e non era così semplice ottenerlo.
Il concetto di “obiettore” e di “coscienza” mi erano entrambi chiari.
Era qualcosa di alto, di nobile, che mi faceva sentire cosa era “giusto”.
Ho capito, col tempo, che il modo migliore che il sistema ha, per distruggere i grandi valori, non è contrapponendone di diversi e di opposti, ma appropriandosene, usandoli in modo grossolano e vuoto allo scopo di svilirli.
Così eccoli, i ginecologi obiettori, i farmacisti obiettori, e ogni altro obiettore che ruba questa parola, assieme alla sorella, coscienza, per fare carriera, per lusingare qualche potente, per convenienza e per strategia.
Spregiandole, entrambe, come se qualcuno li avesse obbligati a fare i ginecologi o i farmacisti.
e non loro, ma gli altri, pagano sulla loro pelle il prezzo delle loro scelte.
Non loro.
tutto questo è anche colpa di chi si rivolge a queste merde
la loro grave colpa è Scarsa somministrazione di cazzotti
torno a preparare la mia ribollita vah… che è una settimana che ogni volta che leggo qualcosa a riguardo del fatto di Catania mi incazzo come una bestia!
Porco mondo, se hai ragione. Ce ne sarebbe altro da dire, ad esempio che, se non ‘obiettassero’, non farebbero altro che aborti, da mane a sera, e non le operazioni più interessanti e gratificanti. Senza contare quelli che privatamente fanno mentre pubblicamente ‘obiettano’. Maledetti. http://www.liberliber.it/mediateca/libri/m/milani/l_obbedienza_non_e_piu_una_virtu/pdf/milani_l_obbedienza_non_e_piu_una_virtu.pdf
Non si può far gridare una partoriente per 30 ore senza aiutarla, senza sedarla un po’ magari con l’epidurale. Sono stati disumani.
Ho un marito anestesista non obiettore, non ha mai raccontato di file interminabili di donne che volevano l’interruzione di gravidanza. In genere erano straniere disperate e, comunque, il numero è in costante diminuzione. Per fortuna.
Vicende come quella di di Catania sono indegne per un paese civile. DI sedicenti obiettori dovrebbero andare in galera per omissione di soccorso.