radici

un po’ delle mie radici sono quelle dei pioppi, bianchi e infilati come soldatini giocattolo sulle verdi golene del po.

sono in quel nord che poco capisco, che poco decifro, che poco conosco realmente.

sono nel sorriso solare di marinella, cugina di mia madre e come lei instancabile e inarrestabile ottimista cingolata.

sono nei racconti di famiglia, fatti la sera, sul divano, in ciabatte, racconti di zii lontani, nel tempo e nella geografia, ma vicini sottopelle, nel carattere esplosivo delle mie arrabbiature, nella scarsa pazienza che esplode, a volte, nel lancio improvviso di una bicicletta, di una borsa, di una sedia, liberatorio, nello scaraventare lontano di oggetti e di cattivi pensieri.

racconti di bisnonne contadine che toglievano il malocchio con la fede nuziale, di cugini dai calzoni corti estate e inverno, di prozii che emigravano per andare a lavorare nell’inferno delle ferriere, che trasformavano il ferro in pane, duri entrambi allo stesso modo.

abbiamo così fatto un giretto, nel fine settimana, ad annusare il nord, ad ascoltare quello strano dialetto così diverso dal mio, a mangiare e bere e a chiacchierare.

e il po ci ha fatto da matita, ora di qua, ora di là dal segno grosso che lascia sulla cartina e sulla sabbia, e l’ho salutato, un pomeriggio di sole, mentre i pioppi facevano la guardia, pallidi e precisi come i capelli ritti di un vecchio.

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3 risposte a radici

  1. pensierini ha detto:

    siete venuti dalle mie parti :-)

  2. AD Blues ha detto:

    Proprio bello questo post!

    —Alex

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