la campagna è l’orologio perfetto del tempo che passa.
a casa di nonna sono fioriti i ciclamini, e anche nel prato del signor burberoni, intervallati da fiordalisi e da piccole orchidee bianche.
a farneta, sul poggio di santina sono arrivati “i fiorellini di settembre” di cui non ho mai saputo il nome ma che sostituivano, nella mia infanzia i garofanini, che avevano a loro volta dato il cambio ai ranuncoli (ma io li chiamavo botton d’oro) e alle “manine di gesù”, che erano arrivati in primavera.
teneri e viola, mi dicevano del tempo che passa, dell’inizio della scuola, delle giornate corte e dell’erba bagnata più spesso, dalle piogge o dalla “guazza” che iniziava a cadere già la sera.
quando arrivavano i fiorellini viola era tempo di funghi, di disegni coi pennarelli, di libri di lettura appena arrivati, di sussidiari profumati di colla e di scuola.
il mio micromondo faceva il cambio degli armadi.
si gonfiavano i cachi davanti casa e le foglie iniziavano a tingersi di rosso, i melograni spiccavano tra le foglie che iniziavano a ingiallire, il giardino prendeva un’aria di riposo e di sonno dopo le scorribande estive.
è vero, ero un po’ triste di quel finire d’estate, ma l’uva, i fichi, il fresco, i colori tutti nuovi mi piacevano molto, e ancora di più mi piacevano i miei stivalini rossi, chiamati, per me in modo misterioso “sciantillì”.
Lasciando da parte l’infinito tristezza per l’estate ormai passata, anche per me, la parola “sciantillì” che descrive qualsiasi stivale in gomma, da quelli colorati dei bambini a quelli verdoni o marroni dei pescatori o dei contadini, resta un mistero misterioso.
—Alex
:-) da noi i fiorellini viola (ma anche rosa e lilla) si chiamano ‘settembrini’. buon nuovo anno scolastico :-) !
cara mia non ci sono più le mezze stagioni…. qui si passa da 30 ° a 20 °, comunque scherzi a parte è poetico questo post, io ho sempre amato il mese di settembre e i suoi colori
e mi viene sempre in mente quella bellissima peosia di Carducci che mi hanno insegnato un secolo fa alla elementari e che ancora dopo ben 40 anni mi ricordo” la nebbia agl’irti colli piovigginando sale e sotto il maestrale urla e biancheggia il mar” e poi si parla di vini e di tini. Questo per me è settembre e ancora do più ottobre e ho sempre sognato di andare a trieste in quest’epoca per vedere davvero urlare biancheggiare il mar e sentire il profumo deilegno e di vino