una compagna di classe delle elementari ha messo su facebook un sillabario simile al nostro.
il sillabario era un cartellone gigantesco, messo sulla testa della maestra e riprodotto, per ciascuno di noi, in un foglio di carta plastificata che stava sotto il banco, e che andava tirato fuori nelle occasioni di lettura ad alta voce:
“a di ago
u di uva
e di edera (e e di erba, la maestra era molto precisa)
o di osso e o di orologio (poi capite come mai noi toscani siamo attentissimi alle vocali aperte e chiuse…)
i di…
i…
maledizione, non ricordo la i di chi era.
istrice? instagram? ignavia? instabile?
non me lo ricordo, voterei la i di istrice, ma non mi sento tanto sicura.
la mia preferita era a di ago, ma anche u di uva.
erano lettere dal grembiule bianco (le lettere femmine) o dal grembiule nero (le lettere maschio) ma tutte con un bellissimo fiocco azzurro, il nostro, quello che avevamo tutti, almeno ai primi anni, un po’ storto e sbilenco.
le lettere femmina erano chiaramente la a, la e e la i.
la o era maschio e anche la u.
delle conosonanti erano femmine la b, la c, d, f, g, h, l, m, la v e la z.
maschi n, o, p, q, r, s, t, u.
alcune erano amiche, altre nemiche, alcune sorelle.
la V era il lato oscuro della A.
la M la sorella maggiore e saggia della N.
e noi eravamo piccoli, e fantastici, 25 cervelli da riempire con lettere, e numeri, e fiumi e montagne, e mazzini e garibaldi, e gli stomaci delle mucche e le parti di un fiore e le poesie da mandare a memoria e i lavoretti per le feste comandate e la cimosa rotonda e polverosa e la coccoina che odorava di mandorla e di mani appiccicose e un metro quadro, le divisioni a due cifre e la maestra restituiva i quaderni alla fine della scuola, mentre fuori dalle finestre il sole faceva brillare gli abeti del giardino.
sono stata una bambina molto felice, e quella bambina amava andare a scuola.
anche grazie a un posto sospeso nel tempo, una classe, un giardino, due bidelle, una maestra elegante come jacqueline kennedy e un’amica del cuore con la quale fare il giro della scuola raccondandosi segreti.
Sono vissuta in un’altra regione, in un’altra città, ma i ricordi che hai evocato tramite quest’immagine, li condivido anch’io…solo che avevo un migliore amico, Luca, con cui passegiare in quel cortile immenso, della scuola…❤️❤️❤️
Credo di non sbagliarmi di tanto dicendo che tutti abbiamo amato le scuole elementari.
Quando ci ripenso, a me vengono addirittura i lucciconi ;)
—Alex
I di imbuto, a scuola mia… adoravo quel cartellone!
Quello della tua amica sembra proprio d’epoca, il mio anni ’70 aveva figurine più “scatolari” a colori squillanti e si chiamava alfabetiere… ma per curiosità: in che senso lettere maschio e lettere femmina?
Quella era solo una mia fantasia! :-)