altre due ricette dei giorni in pigiama

oggi, care amiche della rubrica “giorni in pigiama” preparemo due ricette da vecchie, non lasciatevi ingannare dal post dell’altro giorno, stavolta vi piaceranno.

la prima ricetta da vecchia che vi propongo è il pancotto.

il pancotto fa diventare belli, si mangia a bollore e quindi va preso al girino nel piatto, a cena a casa della nonna, con una vecchia prozia accanto e un nonno di fronte.

mancando questi precisi ingredienti, il pancotto non potrà essere perfetto, ma ci possiamo provare lo stesso.

la prima cosa da fare è prendere un tegame rosso smaltato di bianco, e metterci dentro a scaldare olio buono.

nell’olio ci va messo uno spicchio d’aglio e qualche foglia di salvia colta nel giardino dietro, fra il filo dei panni e il pilone della luce.

quando aglio e salvia avranno riempito la cucina di profumo, aggiungere pane casalingo posato tagliato a pezzetti e far rosolare.

quando vedi che attacca, metti un po’ di brodo di verdura fino a coprirlo e inizia a mescolare.

il pane si deve sfare ma non troppo.

alla radio ci deve essere il gazzettino toscano (si mangia presto da vecchi) o in televisione devono mandare l’almanacco del giorno dopo.

no, niente genitori, siete a dormire dai nonni, godetevelo.

a un certo punto, se vi va, potete aggiungere un po’ di concentrato di pomodoro, appena un pochino se lo volete in bianco, oppure molto pomodoro (come vi pare, anche in scatola va bene, stiamo facendo il pancotto non siamo mica a masterchef) se vi piace pomodoroso.

quando il pancotto è pronto avrete apparecchiato, prendendo i piatti dal bordo ondulato dai pensili di formica marrone, le forchette e i cucchiai dal cestino scolaposate sull’acquaio di ceramica bianca, i tovaglioli dal rotolo sul mobile della bilancia e il parmigiano dal frigorifero.

a tavola ricordatevi di prenderlo al girino o vi brucerete la lingua e ricordatevi che fa diventare belli, per cui mangiatene un bel piatto.

 

la seconda ricetta dei giorni in pigiama prende in considerazione un’altra nonna, e sono i necci con la ricotta.

per fare i necci con la ricotta occorrerebbe un caminetto, due testi di metallo e molta pazienza, ma vengono buoni anche se si prende una nonna, una cucina calda d’inverno, una stufa accesa, di quelle con gli anelli uno dentro l’altro che ti verrebbe voglia di giocarci, non fosse che sono roventi, una seggiolina minuscola sulla quale stare a chiacchiera, una nonna che sta preparando la trina all’asciugamano da regalare a natale, che non sai di chi sarà, proprio quello che ha ora per le mani, ma sei certa che uno, fra i tanti che prepara, sarà sicuramente il tuo.

in questa ricetta, semplice semplice, devi mettere anche una zia che ama chiacchierare almeno quanto te, uno zio allegro che assomiglia alla befana, un cugino reduce da chissà quali avventure.

si prende la farina di neccio (castagne, si dice farina di castagne! testona!) e si mescola con un pochino d’acqua e una presa di sale.

poi si fanno cuocere su un banale padellino antiaderente comprato alla fiera. si spalma di ricotta e si mangia, così, chiacchierando seduta sulla seggiolina vicino alla stufa, con i mazzolini di finocchio appesi poco lontano, con le foto dei nipoti dall’altro lato della stanza, con gli asciughini attaccati dietro alla porta, con nonno guido che vuole sentire “l’acqua”, che adesso si chiamano “previsioni del tempo” ma che forse andava bene chiamare così.

 

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7 risposte a altre due ricette dei giorni in pigiama

  1. AD Blues ha detto:

    Maremma bona, adesso mi hai fatto venire voglia di necci!
    Il problema con i necci è però totale: non solo la farina di castagne costa come l’oro ma trovare la ricotta buona è ormai quasi impossibile!

    —Alex

    PS = ma la ricotta per i necci deve essere zuccherata o no ed ancora, che razza di ricotta si usa tradizionalmente? Mucca o pecora?

  2. Valeria ha detto:

    ABBI sempre farina di castagne. Troppo buona! Io la metterei ovunque. Recentemente ho scoperto i necci con… la soppressata!

  3. cugifà ha detto:

    l’atmosfera è bella, le ricette belle, piene di ricordi, l’avventura con svariate probabilità potrebbe essere stata con un tizio con il nick name del più giovane dei titani ma che ora si fa chiamare HDC…. peccato che a me i necci non piacciono, ma il condimento (ricotta, biroldo, soppresata, nutella) piace tanto.

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