domenica al sole, mercatino, due passi, carampane fiorentine con l’alluce valgo, il rossetto sui denti e il camicione comprato a i’fforte. (*)
la versilia, insomma.
verso mezzogiorno un salto sulla spiaggia, per fortuna col costume dietro, infilato al volo prima del tuffo fresco ma non freddo.
il mare a settembre profuma inspiegabilmente di vendemmia e di quaderno a righe, si gode come di quelle cose che sai che manca poco a che spariscano, sa di domenica pomeriggio, sa di 26 dicembre, sa di 6 gennaio, sa di quel piccolo magone che ti prende a pensare che il giorno dopo non sarai lì.
a settembre i tedeschi biancolatte spiccano fra la gente dal culo nero e la faccia di cuoio, le signore in pensione col costume tigrato e le tette vizze mantengono la tintarella col piglio professionale di chi ci ha lavorato tutta una stagione.
a settembre viene voglia di dormire al sole, come una lucertola, usando il poco caldo che c’è come coperta, e viene voglia di non pensare alla vita normale, viene voglia di rimanere nella parentesi di mare che ci si concede fra un venerdì finito troppo tardi e un lunedì carico di impegni, viene voglia di cambiare vita, mandare tutto all’aria, immaginare baretti aperti in qualche isola dove sia sempre settembre o sempre maggio, poco importa, purché non piova il lunedì, purché non ci siano riunioni, mail, documenti da creare o da capire ad aspettarci.
e invece si torna sempre, si monta in macchina, si spolvera la sabbia dai piedi con poca convinzione e si riprende la via di casa, sperando che il prossimo fine settimana arrivi presto.
* forte dei marmi, per quelli che non hanno la gioia di sentire le carampane fiorentine al mare.
Adoro aggrapparmi all’estate che scivola via.
Persino ad un estate di cacca come quella appena passata.
—Alex
beata te