lucca, interno notte.
giro la chiave nella serratura e vedo le gatte correre a guardare.
una, grigia, felice come un cane, l’altra, nera, che deve solo finire la giornata di osservazione umani per la relazione che redige su di noi.
HDC è via, per un seminario e io mi sento un po’ come qualche anno fa, sola in casa mentre fuori è notte.
come quando ero a dresda.
a dresda avrei riempito la vasca di acqua bollente, avrei versato qualche sale magico, per rilassare i muscoli, avrei preso calvin e hobbes e avrei letto fumetti a mollo nell’acqua fino a che non fosse diventata fredda.
a lucca ho invece fatto una doccia, accendendo una stufina.
a dresda non sarebbe entrato nessun gatto incuriosito dallo scrosciare dell’acqua, e naturalmente non avrebbe lasciato la porta aperta.
a dresda avrei avuto il mio albero gayssimo, quello luccicante viola con l’uccellino piumato in cima e gli angioletti a piovere, e anche a lucca ce l’ho, esattamente lo stesso, quasi nello stesso posto, vicino alla porta.
ma qui ho anche un albero gigante, verde regolamentare, pieno di palline colorate e code di gatto d’argento, grigie e nere.
a dresda avrei camminato scalza sul pavimento di legno, e anche qui.
avrei lasciato i vestiti in disordine, le pessime abitudini non muoiono mai.
avrei guardato fuori la neve, invece dei ragazzetti che fanno l’apericena.
e poi mi sarei messa a scrivere, come faccio adesso, magari passando prima da repubblica, da facebook, dai fatti del giorno, che lì sarebbero arrivati meno dolorosi, meno forti, ma più rabbiosi di lontana impotenza.
più o meno come adesso.
se fossi stata a dresda sarei andata sul terrazzo, a sentire il freddo pungermi il naso, e forse a fumare una sigaretta dimenticata da qualcuno in casa mia, ma adesso non fumo più.
se fossi stata a dresda avrei pensato “fanculo renzi, non potrà essere peggio di veltroni”.
se fossi stata a dresda.
se fossi stata a dresda sarei stata naso in su a guardare la luna e a pensare che mancavano pochi giorni a natale, pochi giorni a tornare a casa.
ma sono a lucca e allora guardo la luna, pensando che fra pochi giorni sarò a dresda.
In fondo in fondo “casa” è un concetto relativo.
Lucca, Dresda, Lussemburgo…
Casa è dove ci si sente a proprio agio, un posto dove si sta volentieri e si ritorna con gioia.
Non è un concetto o luogo esclusivo.
Salutami Dresda, dille che prima o poi vado a farle visita!
—Alex
Ma come? e il pranzo della vigilia?
quello è sacro, si parte il 27! :D