qualche tempo fa, alla coppe, ho trovato un potimarron. era l’unico di tutto lo scaffale delle zucche, così, incredula, ho chiesto alla commessa: “scusi! mi sbaglio o questo è un potimarron?”
e la commessa, serafica: “mah, io direi che è una zucca!”
ho evitato di dire alla commessa che il potrimarron é una zucca, solo che è una zucca franScese, raffinata, che si trova soprattutto a Parigi, soprattutto a casa di Formichina sotto forma di torta.
tutta felice me ne sono andata a casa, l’ho tagliata, spellata, trasformata in torta e mi sono leccata per bene i baffi.
non doma ho tenuto i semi, come fa sempre la mia mamma adorata, su un tovagliolo di carta, a seccare per un pochino.
e i semi infatti sono seccati, per benino, e sono sopravvissuti ai gatti curiosi, alle pulizie frenetiche, alla sparecchiatura distratta.
qualche seme al socero, qualche altro seme alla mamma, altri semi a mimma.
a qualcuno nascerà pure qualche pianta, e qualche pianta farà pure un potimarron anche piccino.
i semi sono un’invenzione meravigliosa.
piante portatili, disidratate, totipotenti, minuscoli, furbi, viaggiatori.
non sai mai cosa possano riservarti.
fanno ripartire i sogni, rilanciano le aspettative, danno un tempo di attesa e di speranza.
chissà dove è nato il potimarron che ho trovato al supermercato, chissà che viaggio ha fatto, e chissà cosa, invece, faranno i semi che ho dato in giro.
e forse, qualcuno dei semi che mi è sfuggito e è andato nella spazzatura, forse lui, in qualche discarica di compostaggio anche lui magari un giorno parte, in un orto sconosciuto, in un giardino pieno di rose e trifoglio, dove certo non ci si aspetta un potimarron.
non si sa mai dove finisca un seme, non si sa mai che storia possa raccontare.
un seme potrebbe essere l’inizio del mondo.
e il bello è che non lo sa.
La crema la crema! Anzi scusa: devi farci un velouté! *_*
Non vorrei fare lo spaccalampadine ma se il tuo potimarron della ‘oppe fosse un ibrido non vedo favorevolmente la nascita di tanti piccoli potimarroncini …
O mi sbaglio?
Pippone, please!
—Alex
non lo è ma al pipponcino ci penso! :)
Ecco, brava!
(PS=come si fa a sapere se è un ibrido o no?)
forse lo sai, ma per seccare semi estratti da frutti freschi viene bene seppellendoli in un barattolino di riso
poi arriva una multinazionale e telo brevetta.
che piacere appena alzata edopo aver letto i giornali ritrovare la gioia di vivere e di seminare!grazie per l’emozione che mi hai fatto provare
Il mio primo pensiero leggendo il tuo post è andato alle sementi brevettate che non producono semi…pensa che tistezza!! Attendo il tuo pipponcino su ibridi e nuove tecnologie!!
Anche prima del pippone di Lucia posso dirti che il brevetto su un seme non implica per forza il fatto che la pianta poi non produca semi.
E non è affatto una cosa triste ma naturale, come per le banane per esempio e per certi frutti pure benvenuta, visto che tantissimi consumatori gradiscono le clementine o il cocomero senza semini da sputare.
—Alex
Per la tristezza mi basavo sul fatto (ma non l’ho scritto perchè ero di fretta, MEA CULPA) che le sementi che prima il contadino riotteneva “gratis” dai frutti del suo campo, per certe colture invece sarebbe costretto a comprarsele ripagando ogni anno il costo della messa in campo, diventando una scelta onerosa soprattutto per i popoli del terzo mondo. Almeno, questo è quello che mi è rimasto dalla lettura di “Tra scienza e vita” di Capra. Il libro mi sembra fatto bene dal punto di vista scientifico, purtroppo all’Università ho lavorato solo su genomi batterici e conosco il giusto del mondo vegetale (giusto botanica e fisiologia vegetale perchè erano obbligatori) ma non mi sembra che abbia tirato sfondoni come invece vedo in tanti testi divulgativi. Dopo quel libro però la clementina la preferisco con i semi da sputare…
Megant, è almeno da 100 anni che i contadini (quelli che coltivano per reddito, non gli agricoltori per sussistenza o per hobby) preferiscono ricomprarsi i semi tutti gli anni garantendosi così qualità e rese costanti.
E non sono nemmeno sementi brevettate, sono solo garantite.
Che post splendido e che meravigliosa metafora! Tutto in natura si trasforma e prende altra forma, altra vita….. Non potevi rendere meglio l’idea che con i semini di zucca franscese.
Però, a parte tutte queste belle paroline qui, no…..della torta, parliamone!
Che vuol dire zucca ferma?! qualcuno mi aiutaaa???
la zucca mobile è quella di Cenerentola
Muahahahahahah :lol:
Ma noooo, nella ricetta dice che la zucca franscese può essere sostituita, essendo difficile da reperire, con altra zucca ferma. Ma se si muove solo quella di Cenerentola….
che bella idea quella di seminare! mia mamma lo fa per ogni cosa e le nascono piante!! io distratta come sono non ci penso proprio, mi dimenticherei d’innaffiarle e le farei crepare
un mio amico semina e coltiva con passione, ma non sò come mai questo fa incazzare i carabinieri
:)