Una gatta e un pianoforte


Abito a due passi dal conservatorio, una statua di Luigi Boccherini suona nella piazzetta ritagliata fra parcheggi di porche e SUV, delimitata da panchine coraggiose e gatti da guardia.
Ieri, passando per tornare a casa da una giornata densa di cose, sentiamo la musica di un pianoforte.
Irresistibile, ipnotico.
Entriamo, in punta di piedi, in una sala quasi vuota.
Ci sediamo.
Ascoltiamo.
Guardiamo.
Una bimba, poco più, sta raccontando al pianoforte la genialità di Beethoven, Prokofiev, Chopin, Liszt e Skrjabin.
Lunghi capelli ricci, sciolti sulla schiena, braccia esili e decise, mani frenetiche che correvano da una parte all’ altra della tastiera, come un prestigiatore, che fa guardare una mano al pubblico mentre l’altra compie il trucco indisturbata, facendoci credere che la storia si svolga ora a destra ora a sinistra per poi ingannarci di nuovo e scambiare le parti.
Quando si alza, per l’applauso, assomiglia alle illustrazioni delle favole che parlano di giovani principesse.
La sala é conquistata, tutti applaudono e escono felici di avere vissuto la storia fantastica della ragazza che diventa gatto quando suona Beethoven.

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8 risposte a Una gatta e un pianoforte

  1. Tiziana ha detto:

    E’ la magia della musica, è quello che ci fa sentire sempre giovani….Buona domenica!!!!

  2. pensierini ha detto:

    Io ADORO il pianoforte, l’ho anche studiato al Conservatorio, per cinque anni. Suonare è il miglior antidepressivo che io conosca, insieme al dipingere.

    • donna allo specchio ha detto:

      suonare il pianoforte era uno dei miei sogni di bambina, ho provato a chiedere ai miei di farmi suonare, ma siccome avevamo un arpa a casa della nonna, i miei preferivano che imparassi l’arpa. a me l’arpa mi faceva pensare a robe angeliche di chiesa mentre io volevo suonare le canzoni dei beatles al pianoforte (anche da piccola era anticlericale, eh eh). All’epoca non conoscevo ancora quel grande artista che è alan Stivell, quindi per me arpa=messa ed io avevo un rifiutop per la messa. Mi sono interstardita; i miei si sono interstarditi. Risultato: niente strumento

    • Tiziana ha detto:

      Io suono il clarinetto da quando avevo 11 anni, ed è stato il miglior compagno della mia vita, sempre vicino, sempre a darmi sostegno quando avevo bisogno….

  3. Bruno ha detto:

    Bella la foto. La metterei sul tavolino , ad emozionarsi sotto stelle e tetti.

  4. Felipe ha detto:

    Come tutti, suonavo il flauto alle medie, ma ancora oggi dopo circa 20 anni vi saprei suonare ad occhi chiusi la Lambada. Posso eseguire un assolo?

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