chicchi colorati 1

il bello del settembre lucchese è che arrivano i chiccai.

i chiccai fanno le cialde (o  brigidini) le addormenta suocere (o ammazza suocere per i meno politicamente corretti), i sigari di menta, il croccante (bono, il croccante!) e un sacco di altre cose colorate.

da bambina avevo un sogno segreto: vendevano, questi chiccai, dei finti biberon dai colori fintissimi, gialli, blu, rosa, verdi, con dentro non so cosa di zuccheroso, credo, me lo sono sempre immaginato zuccheroso.

io lo volevo, non per il dentro, che mi interessava fino a un certo punto, per il biberon, sul quale avevo il progetto perfetto di riciclo per il mio adorato cicciobellonero, che non aveva il biberon, solo un ciuccio piantato fisso in bocca perché sennò piangeva fino a che non finivano le pile.

ma non volevo rivelare questa cosa, del biberon per cicciobellonero, volevo spacciarla per cosa da mangiare, perché non mi si accusasse di volere un gioco, invece che una  merenda.

e così facevo sempre la vaga quando si passava dal chiccaio e chiedevo se si comprava un chicco.

“ma sì, che cosa compriamo? la menta? il croccante?”

“mah, si potrebbe anche comprare quel finto biberon…” facevo io buttandola lì con noncuranza.

“ma no! quello è un troiaio!” ribatteva mia madre senza mezze misure, “è solo acqua, zucchero e coloranti, e poi chissà da quando è lì! no, via, compriamo un bel pezzo di croccante!”

e così sono andate avanti le fiere e i settembri lucchesi, fino a che sia io che cicciobellonero siamo diventati grandi, e adesso compro il croccante anche io.