convivere con un microgatto posseduto dal dimonio non è sempre cosa semplice.
ne sa qualcosa priska la gatta, che con tutto il bene che le vuole (tanto) e con la pazienza che ha (tantissima) ogni tanto comunque si va a nascondere da qualche parte per poter dormire in pace.
il microgatto dorme di giorno, quando sono al lavoro, in modo da poter essere fresco come una rosa da mezzanotte alle sette di mattina.
è durante questo lasso di tempo che riesce a fare il rumore di tre scassinatori, simulare sul parquet i passi pesanti degli assassini dei film gialli, scavare i vasi delle piante per vedere cosa c’è dentro, arrampicarsi nella lampada di carta e spuntare all’improvviso in cima.
ma la vera passione del microgatto nero è la caccia agli alluci.
i miei.
ogni tanto, nel mezzo della notte, da lontano, il microgatto compie la sua serissima battuta di caccia (il bello di un gatto è che mette lo stesso impegno e la stessa serietà per cacciare un alluce che metterebbe per cacciare una zebra).
si acquatta, fissa l’obiettivo che si muove ignaro sotto al lenzuolo e con un sol balzo “zac!” bocca aperta e unghie fuori ti acchiappa il pollicione.
se provi a spostare il piede fai molto peggio: questo fa divertire il gatto da matti, che rincorrerà il pollicione per sferrare un altro micidiale morso felino.
per cui la tecnica migliore è quella dell’opossum: fingersi morti per poi, alla prima occasione, infilare il piede sotto quel che resta della trapunta copriletto tirata la sera maldestramente in fondo al materasso.
lì il piede soffrirà un caldo mostruso ma sarà abbastanza al riparo.
il morso del gatto, mediato dalla coperta, sarà assai meno invadente.
quando poi il mattino si farà sentire, verso le sei, il microgatto nero avrà voglia di compagnia, perché è quando inizia la giornata che i microgatti si sentono più soli.
e allora verrà, con le fusa accese, verso il tuo viso stravolto e come prima cosa ti leccherà generosamente il naso.
allora, commossa, lo prenderai fra le braccia, e il microgatto, fusa accese e occhi languidi ti guarderà in faccia e farà: “miu!”
quello vuol dire solo una cosa.
“ho fame”.
Per caso, Frida è la sorellina di Toki? ;-) Lui oltre ai piedi, attacca anche braccia e mani, sono tatuata peggio di un maori! O dormire sotto il trapuntino e bollire con 40° all’ombra, o tirare fuori almeno le braccia e farsi sbranare e mordere. Alle sei richiede la pappa, anche di domenica eh? E se oso tornare a letto, ripete tutto il repertorio notturno finchè non mi alzo…Se lo avessero fatto i miei figli da piccini, li avrei rimbambiti con urla belluine, con Toki invece appena fuori dal letto, mi lascio subito sedurre dalle sue fusa amerovoli, i bacini e le carezzine sul viso con le zampine di velluto ( le unghiette finalmente retratte, i dentini non più acuminati come spilli) …un tesoro per l’intera giornata, per riscoprirsi belva felina la notte seguente. Un incrocio tra Dracula e Attila…
Visto che tanto ormai mi hai sgamata…guarda un po’? :)
http://cioccolove.wordpress.com/2010/11/09/artemisia-fa-le-gobbe/
Signora Cognata, le ho risposto di là! Complimenti, post ganzissimo!!
avendone un discreto mucchio, 6 ufficiali e un avventizio, posso dire che, 1) crescendo, NON smettono 2) però riducono un pò quando scoprono il piacere di picchiarsi tra loro 3) è utile imporsi con metodi alternativi, i miei vanno dal soffiare come un grosso gatto maschio cattivissimo allo spruzzarli col deodorante
Questo é esattamente il motivo per cui mi sono presa il gatto in camera da letto 1 volta di numero in 14 anni di vita felina. Il nostro appartamento era lungo, e munito di pratica porta che divideva la zona notte con le camere da letto da quella con cucina e sala, quindi chiudevamo il gatto in zona “giorno” e potevamo dormire tutti con porte e finestre aperte anche nelle notti piú afose.
Unico problema era che all’alba il felino cominciava a sentir fame e invece di miagolare, che non lo sentiva nessuno, prendeva a capocciate la porta, uso ariete, e in questo modo prima o poi tirava fuori dal letto un qualche umano disposto a nutrirlo, sia pure brontolando. Di solito mio padre.
Quando sono piccolini hai la speranza che da grandi si calmino. Questa speranza mi ha abbandonata: sono 11 anni che il mio mi azzanna i piedi mentre dormo, mi tira schiaffoni a zampe tese in faccia (senza unghie, premuroso) e corre come un pazzo per la camera. Alla fine quando mi alzo, riempio la ciotola e elimino eventuali cacche dalla cassetta, diventa stranamente silenzioso: torno a letto e lo trovo spaparanzato sul mio cuscino!! Sono soddisfazioni…
E’ una tecnica collaudata: non vuole il cibo, ti vuole solo fregare il posto ;-)
—Alex
E io ci casco sempre….
Difficile non farlo! Come resistere ad un dolce micetto che ti guarda con gli occhioni?
:-D
—Alex
Fantastica la Frida! :D
Dai che poi si calma… ehm, sì.
Ò avuto per un certo prerïodo lo stesso problema. Mi maraWiglio che una persona del tuo livello CULturale non habbia pensato alla soluzZione più ovvia.
Due zampate, di quelle date bene.
Non risolWe ma per una diecina di minutis stai tranCuilla.
Stamani, avvolta nelle lenzuola come un sudario (nel senso letterale del termine), cercando di resistere agli attacchi di dentini appuntiti e unghioli, mi sono dimenticata la treccia fuori. Ecco, ora al suo posto ho un rasta che perfino Bob Marley mi invidierebbe!!!
ehi lilith… sai che ora a lucca c’è una gattina bianca, rossa e nera piccina picciò che si chiama come te? ;)
per informazioni rivolgersi alla ‘ognata! eheheh
Davvero?? E chi le ha dato il mio nome? ‘Ccinina tricolore <3 …ho una nipotina lucchese! ;-)
È stata la ‘ognata, in tuo onore! :)
Di questo dubito! ;-) Comunque è un bellissimo nome per una gattina streghetta!
Ciao sono Greta la figlia di Simonella. Hai proprio ragione i gatti sono dei demoni. Anchio ho vissuto questa esperienza con Titti (la gatta adottata per alcuni mesi da mia nonna paterna) CIAo ;) :)
Ciao!!! Che bello leggerti, ancora ti penso piccolissima con gli occhi uguali ai miei (che sono quelli di nonna ida) benvenuta e saluta mamma e zia! :)