telefonando a me bambina

ho comprato a un mercatino uno di quei telefoni grigi dei tempi della sip, e mi ostino a usarlo, anche se il mammuth si dispera e mi dice “sto diventando vecchia, non sento nulla al telefono!” e io la rassicuro che è colpa mia che l’ho chiamata dal telefono della sippe.

quando andammo a stare a farneta avevo tre anni, dopo qualche mese “arrivò il telefono” e con lui, l’anno dopo, l’elenco telefonico.

la prima cosa che feci fu cercare il mio babbo.

c’era!

il mio babbo era sull’elenco del telefono, mi batteva forte il cuore. tutti potevano vedere il suo nome, l’indirizzo di casa nostra  e il nostro numero di telefono.

se non voleva dire essere famosi quello…

presi la cornetta con solenne pomposità.

composi il numero con la rotella.

uno alla volta.

trrrr….

trr….

trrr….

….

occupato.

il telefono con la rotella ha accompagnato non solo la mia infanzia, ma anche la mia adolescenza.

fare il numero del ragazzo che ti piaceva, pensando a una scusa imbecille per potergli parlare, lentamente, un numero alla volta, un giro alla volta, era una tortura senza fine, si pensava a cosa dire eventualmente all’altro capo del filo se a rispondere non fosse stato lui, si pensava se era il caso, a metà numero si tirava giù, si respirava e si rinunciava o ricominciava, ci si struggeva nell’attesa che finissero quei benedetti trrr… trr… trr….

a casa mia invece il guardiano del telefono era mio fratello, che si produceva in dialoghi comici con le mie amiche.

“pronto, sono stefania, c’è lucia?”

“sì”

pausa

pausa

pausa.

“me la passi per favore?”

“ah, ok, non avevi detto che ci volevi parlare…”

i numeri composti con  la rotella avevano, oltre alla sequenza, il suono che li caratterizzava, perchè l’uno durava pochissimo, appena un tr, mentre il nove era lungo lungo, trrrrrrrrr…

e così un il numero della mia nonna materna (a QUEI TEMPI, mio dio, sembro nonno simpson, non si metteva il prefisso prima del numero), che aveva un sacco di 9 aveva un suono tutto diverso da quello della mia nonna paterna che aveva tanti numeri bassi.

e a sant’anna avevano i numeri a cinque cifre, loro, che forse avevano avuto il telefono prima degli altri, e il suono rimaneva un po’ monco.

e i numeri stavano in sdrucite rubriche nel cassetto sotto al telefono, che ogni tanto occorreva ricopiare quando venivano comprate nuove ed era un lavoro ingrato, ma che io facevo volentieri, solo che essendo alle elementari non avevo, diciamo così, una calligrafia ragionevole e i numeri mi andavano sempre a capo, facendo arrabbiare i miei.

e il telefono era, roba da matti, attaccato a un filo.

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12 risposte a telefonando a me bambina

  1. AD Blues ha detto:

    Ma quello che hai è già il “moderno” modello di plastica.
    Da piccolo in casa ne avevo uno nero di bachelite, sembrava un trono da quanto era grosso (o sembrava grosso a me, chissà).
    Ovviamente essendo di bachelite era pure abbastanza fragile ed il sottoscritto lo fece cadere sbriciolandolo per la somma disperazione della mia mamma che pazientemente lo incollò tutto con il bostik (non c’era il cianoacrilato!!!)

    —Alex

    Nota NERD: sei fortunata che il telefono a rotella ti funzioni ancora, probabilmente perché vivi in centro storico dove ai tizi eredi della sippe gli fa fatica cambiare le centrali. Infatti le nuove centrali funzionano solo con i toni DTMF e non più ad impulsi.

  2. icittadiniprimaditutto ha detto:

    Reblogged this on i cittadini prima di tutto and commented:
    Add your thoughts here… (optional)

  3. stefafra ha detto:

    Ecco, io vorrei potere chiamar il mio, di Mammuth, col telefono fisso, visto che i telefonini qua fanno schifo (abbiamo una ricezione di segnale notoriamente orrenda in EastAnglia, questione di carenza di ripetitori e providers che non si parlano). Ma lei ha deciso di eliminare la connessione, e usare solo il telefonino.
    Cosí oltre al segnale scarsino, io se le telefono pago esattamente 100 volte di piú di quello che spende il moroso a chiamare i suoi in Olanda fisso a fisso.
    Poi abbiamo fatto un tragattino strano che lei puó chiamare il mio telefonino senza pagare e riusciamo a telefonarci cosí, ma il piú delle volte la linea fa schifissimo, e lei si incavola con me “parla piú chiaramente, non capisco”. Cominciasse a spegnere la TV in sottofondo sarebbe giá un miglioramento. Ma a volte devo andare in giardino per beccare un po’ piú segnale.

  4. stefafra ha detto:

    Stavo pensando esattamente la stessa cosa di ADblues, strano che ti funzioni ancora il segnale a impulsi…

  5. letteredalucca ha detto:

    non lo so come funzioni, prima non funzionava, poi HDC ha messo un cosino magico nella presa e ora va. :)

  6. spiessli ha detto:

    mia nonna aveva un telefono di quelli attaccati al muro, nero, con la cornetta che pesava – mi pareva – un chilo. Ed era attaccato alto e mi dovevo alzare in punta di piedi per spingere la cornetta da una parte, farla cadere e prenderla al volo (anche se c’era il filo). :)

  7. stefafra ha detto:

    0422 89228
    Il primo numero di casa non si scorda mai.
    Tutti gli altri faccio sempre una fatica beccola a ricordarli ;-)

  8. Megant ha detto:

    All’epoca vendevano anche le clessidre da mettere accanto al telefono in modo da capire quanti “scatti” stavi consumando!!!!

  9. stefafra ha detto:

    Con le tariffe di adesso piú che altro, soprattutto se viaggi, é impossibile capire cosa paghi quando chiami qualcuno, quando qualcuno ti chiama, quando sei all’estero, da provider a provider (se non sei come mia madre e giri con una collezione di telefonini), roaming, non roaming: un casino pazzesco.

  10. formichina ha detto:

    che meraviglia, il telefono con la rotella… ci pensav proprio qualche giorno fa. ne avevamo uno al panificio che era ovviamente pieno di pangrattato e farina… :)

  11. Simona ha detto:

    quanti ricordi…

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