credo accada a ognuno di noi: vedere dei libri, comprarli d’istinto e maledire il tempo che non c’è mai per leggerli.
a me accade un po’ troppo spesso ultimamente. ho una specie di bulimia, di voracità, di instinto da cricetona di libri, copertine, costole, titoli, colori.
è l’oggetto libro che mi strega, non so se sarò mai in grado di comprarmi e di usare un kindle, tutti me ne parlano un gran bene e durante i miei interminabili viaggi mi farebbe pure comodo.
ma non so se riuscirei a stare senza l’odore delle pagine, senza lo sfiorare delle copertine e della carta, senza un segnalibro fatto col biglietto del treno, dell’aereo, del metrò.
ieri a una bancarella c’era un cartello maledetto. “un euro a libro”.
ne ho comprati venti. per fare cifra tonda, mi sono detta.
c’erano i grandi classici della filosofia, c’era un’ edizione in italiano de “le mani sporche” di sartre, che in italiano cercavo da almeno i tempi del liceo, c’erano sepulveda, calvino, mann e rilke. come li potevo lasciare lì?
molti erano praticamente nuovi, ma il mio fetiscimo mi ha portato a scegliere quelli che sapevano di letto più e più volte, costole allentate, lista della spesa annotata sul retro della copertina, prezzo in lire (350 lire il libro di sartre), odore di carta umida, piccole macchie di tempo sui bordi ingialliti delle pagine.
un libro passato da mille mani prima di noi, che potrebbe raccontare due storie, quella che contiene e la sua, di oggetto nato da qualche parte, arrivato nuovo in libreria, comprato, regalato (adoro i libri con le dediche per qualcun altro), letto, prestato, donato a una biblioteca di scuola media, portato in giro per il mondo, dimenticato su un sedile di autobus, abbandonato in una sala d’aspetto, regalato a qualcuno “per mandare un messaggio” sottile ma non troppo, quante volte l’ho fatto e quante volte mi è successo di riceverne.
mi raccontano che in tempo di crisi un regalo che resiste ai tagli che ognuno di noi fa al suo personale stile di vita sono i libri.
costano poco, rappresentano molto, sono sempre graditi. per questo forse nel corso della mia città le librerie resistono alla chiusura di negozi più storici, incalzati dall’incedere a passo pesante di negozi di scarpe made in china, mutande e calze chic, camicie per l’uomo che non deve chiedere mai.
ieri sera davanti alla vetrina di una di queste c’era una bimba piccolissima che sceglieva con la madre dei libroni da chiedere a babbo natale, indecisa fra barbapapà e la pimpa. mi ha fatto venire voglia di baciare madre e figlia.
e per finire in bellezza la serata ho riaperto un volume de “i quindici”, l’enciclopedia che avevo da bambina e che mi ha ri-regalato il cugifà rendendomi la cugina più riconoscente del mondo. ho riletto le storie di inventori americani e di intellettuali europei, ho respirato l’odore inconfondibile de i quindici, che è diverso da ogni altro libro che abbia mai letto, che sapeva di pomeriggio di pioggia e di moquette della camera dei giochi, di giorgio curioso e del mifratello che giocava con le costruzioni.
poco importa se non ce la farò a leggere tutto quello che ho comprato, un libro è una promessa di lettura, che si realizza quando e con chi meno te lo aspetti.
Fondare biblioteche è un po’ come costruire ancora granai pubblici: ammassare riserve contro l’inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire.
Le memorie di Adriano, Marguerite Yourcenar
Quanto di me ritrovo in queste parole…
…io l’ho bevuto tutto di un fiato…. P.S. proprio alcuni giorni fa…ho scelto da uno scaffale di un negozio un libricino….l’ho aperto…è con grande meraviglia..era già stato letto da qualcuno: erano evidenziate a matita le parti più significative e brevi commenti erano scritti ai lati delle pagine…
Che ,per chaso, ài anche coNperato l’ultima edizione di “Tronista for dummies”?
Tutta CULtura! Uno de’ pochi libBry che vale la pena di leggere…
Guarda, pure io adoro tutte le sensazioni che hai elencato a proposito dei libri ma poi il Kindle me lo sono comprato lo stesso e l’adoro allo stesso modo.
Sono due esperienze differenti, molto differenti che poi convergono alla stessa destinazione: il piacere della lettura.
—Alex
Io ho cominciato a leggere libri in tedesco. Leggere in una lingua che non padroneggi ti costringe a tornare sulle parole e rileggere piu’ volte intere frasi. Mi piace, quando arrivo alla fine, quel libro e’ diventato veramente mio :-)
mi ritrovo in quello che dici….ho circa dieci libri da leggere sul comodino…….
^________________________________^ sei come me ( oddio un t’offendere ora eh.)
Lucy, se un giorno ti capitasse di passare a trovarmi al lavoro, ti faccio prendere un’indigestione!! :-)
Dai, lo sapevi bene che qui sfondi una porta aperta… Con in più il vizio sottile (che condivido) del libro usato! Chi l’avrà letto, quando, cosa avrà pensato, come era la sua vita… Tutte le cose vecchie hanno per me questo fascino, ma i libri di più.
sottoscrivo ogni tua parola… e aggiungo: quando un libro ti invita a comprarlo, compralo. arriverà poi il giorno per leggerlo, sarà lui a dirtelo.
sull’e-book avevo fatto delle riflessioni simili: http://lafourmiemillevies.blogspot.com/2010/10/e-book.html
buona lettura!
Beh, non è vero che non puoi sottolineare, prendere note, sbirciare le pagine seguenti etc.
Poi è ovvio che un e-book non potrà mai trasmettere le stesse sensazioni della carta ma hanno anche degli indubbi vantaggi.
Anche io ho scritto qualcosa in proposito: http://adblues.wordpress.com/2011/04/13/giochi-geek-il-kindle/
—Alex
A me ogni tanto succede di lasciare “avvertitamente” qualche libro sul sedile dell’autobus o su una panchina; con una dicitura in risguardo di copertina che recita più o meno: “Questo libro viene lasciato appositamente in giro per favorire la circolazione della lettura!”… ;-)
questa cosa non mi è nuova! :D
“poco importa se non ce la farò a leggere tutto quello che ho comprato, un libro è una promessa di lettura, che si realizza quando e con chi meno te lo aspetti”
Oh, come vorrei che fosse così anche per me! Invece per quanti ne compri non mi bastano mai! Io leggo, leggo con voluttà, leggo con passione, come un goloso mangia un piatto di pasta al forno, leggo con amore e finito un libro spesso torno a rileggerlo. Mi appassiono ad uno scrittore e mi leggo tutto quello che ha scritto, aspetto con fervore e ansia che ne scriva un altro. Mi innamoro dei personaggi, li seguo, me li immagino, li sogno. Leggo in bagno, per strada, in tassì, in metro, sul pullman, asciugandomi i capelli, lavandomi i denti, appena posso, sempre e comunque. Mi sono ristrutturata casa per metterci una parete libreria gigantesca, ho un mezzanino pieno di librerie e di libri a doppio strato e alla fine ho comprato l’ebook reader, per necessità. Mi consente di viaggiare con 20 libri in 300 grammi, i libri costano meno e non devo stiparli in libreria. Ma non è sostitutivo, ci sono libri che continuo a comprare su carta, perchè quell’odore sensuale di carta nuova, diverso per ogni autore e per ogni casa editrice è il mio primo amore e non posso farne a meno.
@ Laperfezionestanca, mi ritrovo in ogni parola che hai detto! :-D
anche io ne ho già parlato… http://paleomichi.blogspot.com/2010/09/drogata-di-libri.html
devo ammettere che in questo periodo leggo di più, e soprattutto leggo più libri seri*, e mi diverto tanto a vedere tutte queste promesse di lettura darmi delle sensazioni così appaganti, riempire i miei vuoti in modo così perfetto, regalarmi meraviglie…
*il tamburo di latta ancora non l’ho iniziato, ma prometto che prima o poi lo leggo…. devo solo trovare il coraggio…. PROMETTO!!!
Pfui pensavo di essere solo io la bulimica di libri!!!!
Io però ci spero tanto che prima o poi potrò leggerli tutti…insomma più che una promessa di lettura spero siano una promessa di lunga vita!!!! ;)
In fondo un libro “non scade” mai quindi è anche bello, a volte, leggere un libro che si è comprato anni fa, quando la vita era completamente diversa, attendere che si abbia voglia di leggere proprio quel libro lì e non un altro.