che c’è per cena?

ovvero: com’è che siamo diventati onnivori ma ognuno fa un po’ come gli pare!

ecco, come promesso, il pippone su quel che c’è per cena, sperando di fare cosa gradita.

partiamo da molto lontano e cioè dai miei animali preferiti: gli orango.

parto da loro perchè sono le grandi scimmie antropomorfe a noi più lontane, quelle che si sono staccate dal nostro ramo per prime.

cladola loro dieta è essenzialmente formata da fiori e frutti. e io la trovo una cosa molto romantica. :)

le pressioni evolutive hanno fatto sì che i loro sensi e il loro corpo si adattassero a questa scelta, e, dall’altro lato, questa scelta è stata rinforzata dai loro sensi e dal loro corpo.

ricordiamoci sempre che “l’arto” precede la “funzione”, non viceversa, concettualmente è molto importante perchè chiude decisamente la porta a un finalismo che non aiuta la scEnza.

provo a spiegare questa cosa, consentitemi una digressione, altrimenti che pippone sarebbe?

digressione mode on: non è che un bel giorno un animale che desiderava volare con tutte le sue forze si è fatto spuntare un’ala. ma è il contrario. un animale si è trovato con una struttura a disposizione, in questo caso un’ala, per la modifica di un arto preesistente, l’arto anteriore.

all’inizio non sapeva che farci, ed andava a piedi come fanno adesso le galline, gli struzzi e i pinguini. poi ha provato a planarci, e ha visto che risparmiava un bel po’ di fatica.

così, gli animali plananti si sono fatti sempre più bravi e chi, tra di loro, riusciva a volare meglio, aveva maggiori probabilità di sopravvivenza. addirittura, chi possedeva penne poteva scaldarsi meglio e apparire anche più bellino nei confronti delle femmine, che si sa, sono un po’ civette.

poi le penne si sono dimostrate utili anche per volare. digressione mode off

insomma, tornando ai nostri orango, la coevoluzione di: abitudini alimentari, forma della bocca, funzione visiva, fece sì che la loro dieta anche oggigiorno, fosse composta di frutta (specialmente fichi) e fiori. gli orango infatti distinguono benissimo i colori e gli oggetti fermi, e questo torna comodo quando non si deve cacciare ma si deve distinguere nel folto dei rami un appetitoso frutto maturo (magari rosso) nel verde del fogliame.

la bocca degli orango è fornita di grandi molari, dallo smalto spesso, che masticano, masticano, masticano.

e adesso passiamo ai gorilla, sui quali ho una storiellina divertente.

i gorilla hanno una dentatura e delle abitudini alimentari decisamente tendenti all’erbivoro ma mangiano veramente un po’ di tutto (foglie, germogli e steli di bambù, sedano selvatico, ortiche, cardi, frutti, radici, cortecce tenere e funghi).

purtroppo, i gorilla di montagna sono una specie gravemente minacciata dall’estinzione, a causa della caccia indiscriminata e delle guerre civili nelle zone di boscaglia dove vivevano, si sono dovuti spostare ancora più in alto rispetto alle altezze alle quali sono abituati e dove trovano essenzialmente, di tutte le cose fornite nell’elenco qui sopra, solo il sedano selvatico.

provateci voi a campare di sedano selvatico… dopo un po’ sembrerete anche voi un gorilla panciuto pieno… d’aria!

l’intestino di un gorilla infatti non è adatto a questo tipo di cibo, che è molto fibroso, e il sedano sviluppa molto gas che fa brontolar loro la pancia e fare pure di peggio quando il gas esce fuori.

la mia professoressa di primatologia ci raccontava che i ricercatori riuscivano a seguire i loro spostamenti sentendo le poderose scorreggie dei poveri gorilla.

adesso vediamo i nostri cugini più vicini: gli scimpanzé.

gli scimpanzé mangiano veramente di tutto, frutta, semi, formiche, vegetali e perfino… carne. gli scimpanzé organizzano delle vere e proprie battute di caccia a spese di scimmie più piccole che catturano, uccidono e mangiano.

bene, dopo aver passato in rassegna i nostri cugini (ricordiamoci che NON discendiamo dalle scimmie, discendiamo da antenati comuni a noi e a loro!) proviamo a dare un’occhiata veloce ai nostri “nonni”.

prima del genere Homo, siamo “comparsi” sulla terra come esseri bipedi (è questo a distinguerci dalle scimmie) sotto il genere “Australopithecus”.

Gli australopiteci erano di varie forme e dimensioni, cambiava il volume del cervello, la dentatura, l’alimentazione.

tanto per sceglierne una a caso, vediamo…

Lucy (ma bada te!) era un A. afarensis, cioè abitante della zona dell’Afar, in Africa orientale. era piccola di dimensioni, camminava perfettamente bipede e aveva il cervello più o meno come quello di uno scimpanzé.

cosa mangiava? poverina, quel che trovava. essenzialmente frutta, radici, semi. se capitava una carogna abbandonata anche un po’ di carne, ma doveva contendersela con i grandi competitori dell’ambiente savana: le iene, e non aveva quasi mai la meglio.

un passo avanti nella conquista delle proteine lo fece Homo habilis, che se si chiama habilis un motivo ci sarà pur stato.

cosa inventò il geniaccio?

il chopper: un pezzo di sasso scheggiato che era utilissimo per rompere le ossa che neanche i denti delle iene riuscivano a masticare. accedere al midollo e in generale a un po’ più di proteine aiutò habilis a sopravvivere e ad affermarsi.

nel frattempo le “teste” si stavano ingrandendo, avere posto per la materia grigia è un gran vantaggio, e in particolare nella zona frontale, sede del ragionamento.

ma come funzionò?

la testa “crebbe” in altezza a scapito della lunghezza del muso

evoluzione-cranio

(serie “rubata” qui).

se il muso si accorcia alcuni denti saranno persi, in qualche modo. noi abbiamo perso i molari più posteriori, a qualcuno spunta da adulto “il dente del giudizio” a ricordargli che una volta viveva nella savana e mangiava radici. a tanti non spunta, e così restano scemi e diventano borghezio.

un altro passo molto significativo fu la scoperta del fuoco, da parte di Homo erectus che grazie alla sua maestria nell’accendere un focolare riuscì a colonizzare l’intero pianeta, dando il via alla migrazione che portò l’uomo in europa ben prima della lega nord.

e adesso, ai giorni nostri, abbiamo una dentatura e un intestino da onnivori.

che cosa vuol dire? che per il nostro stile di vita possiamo mangiare quel che più ci aggrada.

e adesso, per favore, lasciatemi togliere il camice neutro e bianco della scEnza e dirvi, fuori dai denti, come la penso.

non è la scEnza che deve guidare i nostri comportamenti e la nostra morale. l’etica prescinde dalla scEnza. se qualcuno vuole essere vegetariano o mangiare bistecche alla fiorentina lo faccia pure, ma lo faccia perchè lo desidera, lo considera più vicino al suo modo di intendere la vita e le cose. lo stesso per i vegani. noi abbiamo bisogno di una dieta equilibrata che preveda proteine, carboidrati, grassi, zuccheri e vitamine. ognuno di noi è libero di scegliere come procurarsi queste cose nella giusta quantità.

non date retta a chi vi parla di “innaturale”: noi uomini SIAMO innaturali, in ogni cosa che facciamo. il computer dal quale vi scrivo non è presente in natura e neanche le mie scarpe lo sono.

per cui diffidate sempre da chi vi dice cose come “è innaturale bere latte dopo lo svezzamento” non ha senso, noi beviamo latte, cuociamo i cibi, fermentiamo il mosto per ottenere il vino, facciamo il formaggio e lievitiamo il pane.

quello che mi preme di dire, davvero posando il camice sulla sedia, è di cercare di rispettare sempre quello che noi chiamiamo “cibo”.

il “cibo” può essere un animale, una pianta, una sostanza, ma non esiste cibo che non contenga del lavoro, dei sentimenti, in un certo senso sfruttamento.

sfruttamento dell’animale e della sua vita, del contadino, del lavoratore che lo ha trasformato.

cercate sempre di fare mente locale quando mangiate qualcosa, vegetariano, carnoso, pescioso o fagioloso che sia, al fatto che il cibo contiene cristallizzato la vita di molte persone e a volte di molti animali.

e apprezzate quel che di bello la vita ci offre.

augh!

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29 risposte a che c’è per cena?

  1. manulea ha detto:

    Uno dei migliori post che io abbia mai letto.
    Grazie Lucia!

  2. biancaalba ha detto:

    Oh, veramente bello sto’ pipponcino…mi ha messo una fame :-)

  3. giorgiorgio ha detto:

    Non potrei essere più d’accordo, soprattutto sull’ultima parte che mi ricorda tutte le furiose litigate con vegetariani e vegani che, chiamandomi “assassino”, mi spiegavano che è innaturale mangiare carne perchè non abbiamo una dentatura da carnivori!! Solitamente rispondevo che non abbiamo le squame e le pinne ma nuotiamo lo stesso… ^__^

  4. paleomichi ha detto:

    Brava Luci. A proposito della dieta “naturale” e “innaturale” mi viene sempre in mente il latte (OT: me lo pubblicano l’articolo sulla persistenza della lattasi! yeah!fine OT). Chi dice che è innaturale bere latte da adulti non sa che negli ultimi 10 000 anni l’evoluzione ha dotato molti di noi proprio della variante genetica che ci permette di digerirlo. E poi non sarebbe naturale?

  5. lucia ha detto:

    eh no! quello è DNA e quindi dimonio! :D
    ps: non c’entra molto ma ti cito il titolo di oggi di un giornale locale:
    “il superpomodoro made in italy, elisir di giovinezza.
    frutto di innesti, non è un OGM”.
    meno male, ero preoccupata…
    ohi ohi!

  6. Lilith ha detto:

    Bellissimo pippone! :-D
    Mio figlio ha scelto di essere vegetariano da qualche anno, non perchè non sia naturale mangiare carne o per dentature particolari: lui ha fatto questa scelta solo per il grande amore che nutre verso tutti gli animali. Adorava salsicce e fiorentine al sangue ( anche adesso ), ma fa ogni giorno uno sforzo di volontà e ci rinuncia. Mi piacerebbe imitarlo, ogni volta che ho una fettina nel piatto ricordo gli occhi belli di un vitellino o di un agnello, ma poi alla fine non riesco…
    La mia “gola” è più forte della certezza, che uccidere e nutrirsi di animali (allevati oltretutto in maniera crudele) non sia giusto.

  7. Gaja ha detto:

    Luci, che meraviglia di post. Perchè non scrivi un libro? Io lo farei leggere a tutti i ragazzi del mondo e sono sicura che ci sarebbe un incremento di amore per la scEnza del millemila percento!
    No davvero, vabbè essere onnivora ma non ti sto leccando il didietro, è che da quando ti “conosco” sto cominciando a capire la poesia e soprattutto l’umanità della scienza.

    Grazie!

  8. marco ha detto:

    con 4 denti del giudizio che mi ritrovo, sara’ meglio che mi cimenti a masticar sedano selvatico…

  9. Megant ha detto:

    GRAZIE, GRAZIE e ancora GRAZIE!!!! (inchino)
    Fantastica, precisa e puntuale come sempre…ma con la capacità di andare anche oltre la scEnza. Ci può anche stare che un giorno diventi vegetariana, ma perchè mi nasce da dentro non perchè qualcuno mi ha convinto!!

  10. gipo ha detto:

    Fantastico pippone, con chiusa socialista!
    Sappi che sei appena diventata la mia insegnante di scienze naturali preferita.
    Hai persino superato lilli carati che regnava incontrastata da anni!

  11. pensierini ha detto:

    Brava Lucy (ehehe :-) ), un bel pippone davvero.

  12. Morgaine ha detto:

    Epperò non ci sto a essere messa insieme a Borghezio. Io non ho i denti del giudizio perché sono più evoluta, non meno!

  13. lucia ha detto:

    non li ho neanche io! :D

  14. ADBlues ha detto:

    Oh, non ce li ho neppure io!!!

    —Alex

  15. stefafra ha detto:

    Paleomichi, diciamo che é naturale per noi europei, soprattutto nord-europei, e per qualche popolazione africana (ma tu sei l’esperta).
    Per il resto del mondo, non é naturale, ma fonte di disagi e problemi vari…Ma visto che la “nostra” é la cultura dominante allora il latte deve fare bene a tutti per forza.
    E mi pare un tantino forzato.
    Anche se a me il latte piace (caldo, che freddo mi fa un po’ schifo, soprattutto a pasto) e non da problemi.
    PS: io ho solo 2 denti del giudizio, gli altri 2 sono assenti ingiustificati, forse ció mi rende mezzaborghezio?
    Orrooooore!

  16. lucia ha detto:

    stefafra: mi pare esagerata come reazione.
    paleomichi ha scritto che un gene ha dotato “molti di noi” della capacità di digerirlo, questo blogghino è scritto in italiano e letto, per lo più, non dai cinesi o dai giapponesi ma da persone che vivono o in europa o in america, quando si dice “molti di noi” credo che sappiamo di escludere miliardi di cinesi, indiani e giapponesi, suvvia, nessuno ha mai pensato che la nostra fosse “una cultura dominante” né tantomeno lo ha scritto.
    in ogni caso, un pippone speciale sulla digeribilità del latte era stato fatto già tanto tempo fa:
    http://luciadelchiaro.blog.kataweb.it/il_mio_weblog/2010/08/26/bianco-latte/
    :)

  17. Laperfezionestanca ha detto:

    E pure io ne ho solo due (ehi, di denti del giudizio), quelli di sotto, che però per farsi notare, sono spuntati e cresciuti solo durante l’estate (agosto, per la precisione) di 5 o 6 anni di seguito. Pareva che lo facevano apposta: appena io cominciavo le vacanze e partivo eccoli lì che cominciavano a far male, a rompere le gengive e le scatole! Ma che male! E che fastidio!
    Sarà per questo che a me il giudizio mi continua a dar sui nervi anche a 50 anni??
    PS La valigia, la valigia, la valigia, la valigia (opperlomeno dicci cosa c’era….)

  18. Lilith ha detto:

    Mio figlio, ogni volta che va in Giappone si porta dietro valigiate di formaggi e sia Chie, che i suoceri che gli amici nipponici ne vanno pazzi! E non credo che abbiano mai avuto problemi a digerirli.

  19. stefafra ha detto:

    Non mi pare di essere stata esagerata, diciamo che il latte non é un buon esempio, essendo una introduzioe recente (in termini paleontologici) nella dieta umana, e una introduzione non facilissima, che ha perfino selezionato una mutazione per essere sfruttata appieno.
    In Italia, c’é una forte prevalenza di gente non lattasi-permanente. In sardegna per esempio la percentuale é altissima, sono cinesi? Non mi pare.
    E magari non lo sanno e si strolgano per capire come mai hanno problemi intestinali misteriosi, riempiendosi di medicinali inutili o facendo diete “a eliminazione” assurde, senda sospettare che il colpevole é il latte che “fa bene e conviene” come nella canzoncina.
    Poi c’é gente che sviluppa intolleranza a seguito di malattie varie, infezioni intestinali che danneggiano i villi, o dopo chemioterapie, a volte temporaneamente, ma a volte in modo stabile.
    Senza contare che in Italia ci stiamo internazionalizzando e mescolando sempre piú, quindi una nuova generazione di italiani con problemi col lattosio stá crescendo…
    Tutta gente allegramente ignorata da ristorazione e industrie alimentari, a meno che non ci sia da guadagnarci qualcosa, naturalmente, vendendo prodotti speciali delattosati a prezzi ber ricaricati rispetto a quelli normali. Come lo yogurt senza lattosio, che in teoria é abbastanza inutile perché se é fatto come si deve il lattosio lo hanno giá digerito i fermenti.
    Lattosio e il latte in polvere sono usati come eccipiente, veicolo o riempitivo in una marea di prodotti, diventa difficile evitarlo senza leggere con la lente d’ingrandimento i dettagli piccini picció in etichetta.

    PS:Non volevo offendere nessuno, forse a abitare in UK stó diventando maniaca pure io della “politically correctness”, oops.

  20. stefafra ha detto:

    Lilith, nel formaggio di lattosio non ne resta troppo, per il modo in cui é prodotto, e quindi tuoi amici nipponici lo possono mangiare pure loro.
    Un altro discorso sarebbe bere un bicchierone di latte tutti i giorni per colazione, ogni giorno.
    Che poi i sintomi sono qusi sempre abbastanza subdoli, non é una allergia che ti stronca di anafilassi, é piu un problema di gonfiori, flatulenze, “irregolaritá”, diarrea o magari costipazione, robe che non stá proprio bene parlarne, magari dai la colpa a una corrente d’aria o a un bacillo di passaggio, non al parmigiano regalato da un amico o al dessert del ristorante italiano alla moda, capiamoci.

  21. Lilith ha detto:

    Sissì, Stefafra concordo in questo! Io stessa non digerisco il latte, ma adoro i formaggi. Sono anni che ho rinunciato al caffèllatte, preferendo il caffè lungo alla mattina, proprio per i motivi che dici tu…;-)

  22. lucia ha detto:

    stefafra- solo una curiosità: 4ngel0 è tremendamente allergico alle mandorle. prima di scoprirlo le mangiava ogni tanto. poi ha avuto una reazione mostruosa e adesso non le può vedere neanche dipinte.
    se avessi scritto “non credete alla gente che vi dice che mangiare mandorle è innaturale!” ti saresti sentita in dovere di parlare per tutti gli allergici alle mandorle? ;)
    siamo tutti d’accordo che ci sono intolleranti al lattosio in giro, ma non è che non si può dire “ah quanto è buono il pane fresco” perchè si offendono i celiaci! :)

  23. formichina ha detto:

    concordo con Gipo: pure io ti eleggo a mia prof di scEnza preferita (materia che ho sempre digerito poco) e viva la chiusura socialista!
    anch’io ho detto addio al latte da qualche anno, ma continuo a farmi di formaggi (e qua in Francia è la mia rovina, per quanto son grassi!).
    molto bello il discorso sull'”innaturalezza”, clap clap! :D

  24. stefafra ha detto:

    L’allergia é una cosa, l’intolleranza al lattosio é un altra.
    Ma chi é intollerante al lattosio non lo puó digerire, e ha in pratica sintomi di eccesso di zuccheri non digeribili nell’intestino, lo stesso che capita a mangiare troppi fagioli o castagne in una volta.
    Ma nessuno ti martella per tutta la vita cercando di convincerti che bisogna bere latte, il latte fa bene alle ossa, il latte fa crescere forti, etc etc, e non ti danno i fagioli a scuola tutti i giorni, e non ti infilano fagioli tritati in quasi tutto quello che compri al supermercato (anche se la soia in fondo in fondo é un fagiolo pure lei, ma digresso).
    E non sono una minoranza, ho fatto un giro in letteratura e pare che la prevalenza di gente con l’enzima inattivo in Italia sia un buon 40% (secondo Cavalli Sforza, che ammetto é un po’ superato, sono il 50% al nord, il 41% al sud ma solo il 19% al centro Italia, che é dove stai tu e che forse ti fa sottovalutare lievemente il problema). E mi pare sia una bella fettona di popolazione, tra sintomatici o meno.
    Facendo una media di tutte le popolazioni europee solo il 15% é in grado di digerire il lattosio da grandi, una minoranza che peró si considera “la norma”. Di fatto “l’intolleranza” al lattosio é la condizione normale, é essere tolleranti che é una stranezza.
    Non mi pare che ci sia una tale prevalenza di celiaci, che hanno problemi completamente diversi riguardo al glutine, e molto piú gravi e potenzialmente letali, di chi é intollerante al lattosio.

  25. Simona ha detto:

    splendido post: non solo un pippone che supera in piacevolezza di leggerlo e in chiarezza il tuo mito Gould, ma anche nelle conclusioni sei riuscita perfettamente a riassumere come la penso io e a screiverlo infinitamente meglio di come avrei fatto!!
    piano piano mi rimetto in pari a leggere..bacioni!!!

  26. ondalunga ha detto:

    lucia, è un post davvero intelligente. Brava. Non potevi spiegare meglio il fatto che siamo volenti o nolenti frutto della nostra stessa evoluzione. detto questo purtroppo la cipolla cotta e anche quella cruda mi fa male ;)

  27. Simona ha detto:

    supercomplimenti!!! questo me lo ero perso…è davvero uno dei più belli che abbia mai letto. (e ovviamente lo riciclerò un pochino in classe :P)

  28. valeriascrive ha detto:

    io non ne faccio un discorso di naturale e di innaturale. Ma ammetto che da qualche mese a questa parte, da quando sono mamma, mi sento profondamente a disagio a bere il latte vaccino o a mangiare carne o a utilizzare il cibo di provenienza animale.

  29. carlovanni ha detto:

    Diventa Borghezio? AHHHHHHHHAHAHAAHAHAHAHAHAAHAHAHAH

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