la vecchietta di piazza san marco

(attenzione: post affetto da pessimismo cosmico)
L’ho vista camminare, stamani, dal finestrino del diciassette pieno di ragazzi vocianti.

Mettere avanti il bastone e spostare con lentezza una gamba e poi l’altra.

Camminare, la cosa che solo noi uomini siamo capaci di fare tra i mammiferi, la cosa che sembra la più naturale, la più facile, la più ovvia.

Ci avevo già pensato, quando con la schiena bloccata dall’ernia del disco a Dresda mi ero ritrovata a dover percorrere a piedi un pezzo minuscolo, da casa alla fisioterapia, in tuta e scarpe da ginnastica, cose che non riesco più a indossare senza sentirmi “malata”, senza sentirmi fragile come carta.

Ci avevo pensato perché mettere un piede avanti all’altro era diventata un’impresa quasi impossibile, da titani dello sport, da scalatori di vette, da maratoneti di marciapiede.

Si cammina alternando un ciclo di perdita e riacquisizione di equilibrio, oscillando come pendoli viventi fra il cadere e stare in piedi, è la stabilità che si crea fra due fasi instabili, il momento minuscolo fra un baratro e il successivo.

Si cammina come si respira, come batte il cuore, come si parla, come si fischia, così, come se camminare fosse parte di noi.

E la vecchietta di piazza san marco quello faceva, camminava.

Ma senza alcuna naturalezza, come se ogni passo fosse una vittoria, come se il bastone non previsto in gioventù fosse comparso stamani, a dirle “sei vecchia, ragazza, niente è normale più”.

E ho pensato a me con le scarpe da ginnastica slacciate, perché non ero capace di allacciarle, alla tuta messa con fatica, alle scale scese con paura, ai passi timidi fatti per strada temendo gli sguardi della gente.

Ho guardato le sue caviglie gonfie, ho pensato che lei non guarirà fra poco, forse peggiorerà ancora, forse ha pensato che doveva sforzarsi di non arrendersi, di non lasciarsi vincere dal tempo che passa e che doveva provarci, a essere ancora in piedi, contro le vene gonfie, le articolazioni bloccate, i piedi doloranti.

L’ho vista e ho pensato che essere vivi ha un prezzo: quello di morire, un pezzo alla volta, con lenta inesorabilità.

L’ho vista e ho visto me, fra pochi o tanti anni, non importa, mi auguro di diventare vecchia in fondo, so ist das Leben.

L’ho vista e ho pensato che dio non esiste, o che se esiste è un vecchio sadico e bilioso, che accarezza un gatto sulla coperta scozzese piegata sulle gambe gonfie.

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14 risposte a la vecchietta di piazza san marco

  1. HDC ha detto:

    o forse Dio esiste, e questo è l’unico modo in cui la vita sia possibile.
    Potremmo essere eterni, se vivessimo in un universo “fermo nel tempo”. non invecchieremmo mai e non moriremmo mai, ma non esisterebbe un prima e un dopo, non potremmo fare alcuna esperienza, non potremmo capire, conoscere, inventare, ne generare altra vita. saremmo bloccati in un freddo eterno istante a zero gradi kelvin, magari anche di beatitudine totale, ma sempre uguale a se stesso. Chisà invece cosa aspetta la vecchietta quando con il suo bastone arriverò al traguardo della vita…

  2. lucia ha detto:

    se dio esiste e se incontra la vecchina non voglio essere nei panni del vecchio.

  3. pensierini ha detto:

    Bel post, struggente. Vedere i vecchi, peggio i propri, diventare sempre più assenti, affaticati, smemorati, è terribile. La mia mamma mi riconosce solo a tratti, è stata dura ma ormai va bene così, mi dimostra affetto in altri modi. E Dio, che io credo esista, non ha troppe colpe: è l’evoluzione naturale, tu m’insegni, che ci ha fatti così…

  4. movero ha detto:

    Se fosse stato un chilometro più in là di Paizza S.Marco la vecchietta col bastone sarebbe stata mia Nonna. Che giunta al dunque, se Dio esiste, lo snobberà.

    (PS zero gradi kelvin? Brrrr! Preferisco la radiazione cosmica di fondo…)

  5. Lilith ha detto:

    Perfetto: “dio non esiste, o che se esiste è un vecchio sadico e bilioso”… ma secondo me, non ha neppure un gatto da accarezzare! I gatti sono molto selettivi e hanno buon gusto. =^..^=

  6. supermambanana ha detto:

    a prescindere da dio o non dio, l’amarezza della tua conclusione significa che proprio non siamo abituati a pensare alla vecchiaia, che ci pare qualcosa da buttar via o comunque di cui maledire. dio o non dio e’ molto triste e ingiusto, si questo si.

  7. crash ha detto:

    Ho rivisto, qualche settimana fa, il mio maestro di judo: quand’ero ragazzino mi aveva insegnato (attraverso i vari colori delle cinture) i segreti del combattimento…lui era un pezzo d’uomo, sempre attento, tranquillo, la schiena perfettamente ritta, asciutto, quando combattevo con lui ero contento, aspettavo il suo tajotoshi o un ipponseoinaghe e quando battevo il braccio sul tatami ridevamo insieme…..l’ho rivisto adesso -dopo anni – ci siamo abbracciati e si è messo a piangere. Faceva fatica a camminare, sorretto dalla moglie, sempre dritto, orgoglioso, ma purtroppo le articolazioni erano come bloccate, un sofferenza sia fisica che morale per non essere più – in quel momento – il MAESTRO

  8. crash ha detto:

    …maremma….volevo terminare dicendo….condivido ogni parola di HDC, sei un grande !

  9. Marcoghibellino ha detto:

    Lucia come sempre è molto poetica ma stavolta HDC l’ha superata un pezzo fantastico

  10. stefafra ha detto:

    Ci siamo evoluti per vivere circa una quarantina di anni, tutto quello che accade dopo l’etá riproduttiva é del tutto invisibile ai processi evolutivi.
    Un difetto che ti fa morire prima di riprodurti sará eliminato dalla selezione naturale, un problema che, per esempio, ti fa accumulare problemi artritici dopo i 50 anni non sará mai “selezionato contro” in modo evolutivo.
    Le malattie della vecchiaia, il lento “perdere i pezzi per strada”, sono in un certo senso il prezzo che paghiamo per aver prolungato la vita cosí a lungo.

  11. laperfidanera ha detto:

    Concordo con stefafra.

  12. Simona ha detto:

    mi sono commossa..ho ancora le lacrimucce. Ma condivido in pieno quello che hai scritto..
    un abbraccio!

  13. 4ngel0 ha detto:

    Tutte schuse!

    Dì la Werità…non reggi più agli acciacchi della vecchiaja eh!??

    E poi dio con un gatto…propIo lui con l’animale del dImonio!

    Lo sanno tutti che c’ha un dobermann…

  14. zundapp ha detto:

    concordo in tutto con lucia. ammazza però che allegria!!!

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