a lussemburgo ci sono i poveri. meno, ma ci sono. e sono uguali a quelli di roma di milano o di parigi. mentre un impiegato milanese uno romano uno parigino e uno lussemburghese si distinguono bene, (parigi: elegante con naturalezza, milano: elegante con spocchia, romano: camicia sbottonata e cravatta allentata, lussemburgo: cravatta rosa, camicia a maniche corte e ipod) i poveri sono tutti uguali. la signora che era seduta accanto a me alla fermata stamani poteva essere di qualsiasi parte del mondo.
chissà se fa un effetto diverso possedere solo una grande borsa con le ruote in un mondo dove la gente gira in mercedes. chissà se uno ci fa caso… aveva assurde calzamaglie verdi pistacchio, scarpe da tennis blu, la gocccia al naso e occhi trasparenti.
mi chiedo come si diventi poveri a lussemburgo. immagino una vita lunga, magari cominciata arrivando qui tanti anni fa, magari quando qui prima di essere una gardaland delle banche c’erano soprattutto miniere. magari il babbo era italiano, o francese, o chissà… lussemburghese. magari non è sempre stata povera. magari è scappata, è la sorella segreta del granduca, un giorno la ritroveranno e le daranno un palazzo sontuoso e ogni prelibatezza. e non dovrà montare di nascosto sull’autobus. avrà un autista e un parrucchiere che sostitusca le forcine con diademi e girerà con quelle borse louis vuitton dove qui portano i cani minuscoli. e racconterà le storie ai nipoti del granduca dove descriverà le notti lussemburghesi, le stazioni, gli autobus, i ponti..
In effetti, dato che il Lussemburgo è un paese da operetta, potrebbe avverarsi l’ultima ipotesi (la sorella segreta del granduca). Mi hanno raccontato che una volta all’anno il sultano dell’Oman va in giro in incognito per vedere come se la passano i suoi sudditi. E’ una buona idea: i poveri dell’Oman magari non avranno pane, ma potranno sempre mangiare brioches!
..sarebbe davvero una bella storia, se un giorno si avverasse! me lo auguro tanto per lei! :)
Baci!!!